Ho conosciuto Francesca Storai per motivi non artistici e subito mi ha colpito per la sua naturalezza e spontaneità. Ho scoperto il suo lato artistico, nei mesi scorsi e subito ho visto quello che avevo percepito in lei, fotografandola. Una forza sopita, che poteva uscire e creare un suo mondo, si celava dietro quei suoi occhi che spesso si vedono nei suoi “pallocchì” un po’ manga.
Chi è Francesca Storai?
Francesca Storai è una persona curiosa, che si innamora dei dettagli, che si sorprende per le forme che prendono le nuvole in cielo, una sognatrice che spesso crede così tanto nei suoi sogni da rimanerne delusa.
Formalmente sono un tecnico forestale, mi dicono abbastanza bravo, anche; lavoro per l’ADE, che sta per Agenzia dell’Entrate, ma come acronimo rende meglio l’idea.
Da quanto disegni e cosa ti ha spinto a farlo?
Disegno da che ho ricordo, un po’ come tutti forse. Da bambina immaginavo storie mentre riempivo i fogli con personaggi e buffe case ricavate nelle grotte. Chissà che avevo in mente?! Alla fine delle medie avevo valutato anche l’istituto d’arte, ma i miei genitori pensavano fosse una perdita di tempo e così scelsi agraria.
Irene Pagnini – Acqua di Montecatini Irene Pagnini
Ho continuato a scarabocchiare di tanto in tanto, dedicando un’ora o due ad un biglietto d’auguri o ad una vignetta. Con la pandemia sono rimasta segregata da sola in casa, come tanti ho rischiato di andare fuori di testa, così ho tirato fuori carta e matite e ho iniziato a colorare. Da uno scarabocchio all’altro, pubblicando magari sui social e seguendo le richieste di amici per un disegno ad hoc, mi dedico ai miei “pallocchi”, alla serie di “falsi d’autore” e ai ritratti. Insomma mi diverto.
A chi ti ispiri o quali sono gli artisti che ti piacciono in particolar modo?
Mio fratello aveva una pila di fumetti Lancio Story e Scorpio e albi di Milo Manara.
Quindi la mia prima ispirazione sono stati quei fumetti, beh Milo Manara è un maestro… Mi piace molto l’Art Deco (Tamara De Lempicka, Alphonse Mucha), ma amo anche Mateusz Urbanowicz e il suo uso del colore su soggetti architettonici…
Usi solo il disegno per esprimerti? Prediligi qualche tecnica o soggetto particolare?
Amo tutte le arti creative, se disegnare è una cosa che è partita da me, provare a scrivere e recitare sono attività che devo all’influenza di un amico, Filippo Moretti, che mi ha coinvolto nell’attività benefica della Onlus “L’arcobaleno di Elena”. Prima di riprendere in mano le matite mi divertivo con la fotografia, che comunque rimane una delle mie passioni, in fondo anche questa è un arte del disegno: si disegna con la luce.Amo molto scarabocchiare a lapis, ma da un po’ ho scoperto l’acquerello e mi sono innamorata della magia con cui il colore diffonde, sto imparando ad usarlo ed offre risultati splendidi, ma decisamente non è una tecnica banale.
Quali sono i tuoi lavori in cui più ti riconosci e perché?
Mi piacciono i ritratti, mi piacciono i miei pallocchi che mettono insieme la parte seria e quella leggera; mi riconosco un po’ in tutto ciò che faccio perché è frutto di quel che sono in quel momento.
I miei scarabocchi variano con il mio umore.

Domanda UAU: Quali sono la tua musica, il tuo vestito e il tuo luogo preferito?
Se non si fosse capito sono eclettica. La mia musica preferita dipende dal mio umore: possono essere i Clash come Beethoven, Guccini come gli Smash Mouth, la Vanoni come Eminem. Detta così sembro proprio squinternata. Il mio vestito preferito: jeans e maglietta, ma anche tuta da ginnastica e piedi scalzi.
Il mio luogo preferito ecco questa è un po’ più difficile… il luogo che preferisco è quello in cui sono felice e quindi è soggetto a cambiamenti.