Se è vero che Adam Smith chiamava l’agricoltura “il settore primario” di ogni economia, è chiaro come l’attenzione per l’agroalimentare e il Made in Italy debba essere oggi particolarmente accresciuta, a meno che l’Italia non voglia correre il rischio di non riuscire a riprendersi dalla depressione conseguente alla pandemia.
Per un Paese come il nostro, che già in condizioni normali deve difendere i suoi prodotti di eccellenza dalla sofisticazione e dalle storture di un mercato che non sempre premia chi lavora nel rispetto della legge, il calo dei consumi e di conseguenza delle vendite, rappresenta un grosso problema e naturalmente un grosso ostacolo ad ogni progetto di ripresa.

Questo è particolarmente vero per il settore vitivinicolo, vera perla del nostro export, che ultimamente deve soffrire una concorrenza non sempre leale, la contrazione delle economie mondiali e, in ultimo, le incertezze derivanti da qualche gelata di troppo.
Queste le parole di Gianmarco Centinaio Sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali “Sono convinto che il vino sia la punta di diamante dell’agroalimentare del nostro paese e che sia in grado di trainare tutto il made in Italy, così come credo che una buona parte del turismo che arriverà nel prossimo futuro potrà essere legato a questo settore. Vista la situazione economica e sociale devastante che stiamo vivendo metterò tutto l’impegno possibile. E chi mi conosce sa che se prendo un impegno cerco di portarlo fino alla fine. La priorità ora è risolvere i problemi, poi avremo modo di programmare. Mi concentrerò su interventi che riguardano tre macro settori: aiuti alle imprese, promozione in Italia e all’estero, semplificazione e sburocratizzazione. Mi sono già confrontato con i capi dipartimento del ministero. Quanto prima conto di aggiornare questo tavolo su misure e progetti. È il momento di tirarsi su le maniche e lavorare per dare al settore risposte nel più breve tempo possibile”.

Perimenti, sorge l’esigenza di restituire una immagine di virtuosità ambientale, inquinata da troppa propaganda mal confezionata, a produzioni tradizionali altrettanto prestigiose, quali quelle di salumi ed insaccati.
All’agroalimentare e al Made in Italy, Centinaio sta dedicando attenzione e soprattutto uno sforzo di attenzione e di pianificazione che si sta concretizzando in incontri e video conferenze con produttori d’ogni parte d’Italia, nella convinzione che solo la concertazione degli interventi ed una comune determinazione a rispondere alle istante di questo disgraziato periodo potranno produrre gli effetti positivi che tutti aspettano.

Così ha incontrato i rappresentanti dell’Isit (Istituto salumi italiani tutelati), Associazione che riunisce i Consorzi di tutela di Dop e Igp. “Si è trattato di un incontro molto interessante durante il quale abbiamo parlato delle tante eccellenze dell’agroalimentare italiano nel settore dei salumi.
“Una filiera che rappresenta anche il nostro modo di vivere nel mondo. Si è inoltre ribadito – conclude il sottosegretario – che i salumifici non sono nemici dell’ambiente, ma anzi pongono grande attenzione alla sostenibilità”.