Probabilmente fosse stato un mio spasimante avrei rinunciato al rendez-vous e invece la curiosità e perchè no?, il fascino (squisitamente di carattere politico, beninteso) del personaggio Calenda mi ha spinto a scendere giù dal Montalbano, dove imperversava una bufera di neve per incontrarlo, domenica sera. Una veloce conferenza stampa prima dell’incontro col pubblico: l’europarlamentare arriva con pochi minuti di ritardo, vestito informalmente e rivelando che non dimostra più anni di quelli che ha, come impietosamente farebbero intendere foto e video ed ha sicuramente meno chili di quelli che sembrano scorgersi nelle suddette apparizioni. Dunque, il mio cappellino ironico propedeutico alla domanda e concernente il colesterolo devo eliminarlo. Carlo Calenda arriva accompagnato dal coordinatore regionale Marco Remaschi e dal coordinatore provinciale Iacopo Vespignani che poi lo introdurrà all’incontro pubblico.

Le domande dei giornalisti sono un po’ déjà vu, specialmente quelle che vertono sul piano nazionale, ergo mi rendo conto che forse il mio intervento non è da protocollo, ma mi lancio lo stesso, del resto è il mio debutto. Specifico subito che non sono giornalista, a scanso di equivoci e permalanze: Calenda mi risponde con un sorriso che non è di circostanza, non è quello tirato e sofferto di Enrico Letta o Giorgia Meloni o Matteo Salvini, oppure quello altrettanto strinto e diplomatico di Giuseppe Conte oppure strafottente come quello di Matteo Renzi. Mi pare un sorriso cortese e sincero, di un signore che ha rispetto del ruolo degli altri e non fa pesare le sue giornate in giro per l’Italia a spiegare quello che vuol fare con il suo programma politico. Arriva fresco fresco, è il caso di dirlo, da Firenze dove ha partecipato alla kermesse organizzata dal quotidiano Il Foglio. Mi sento a mio agio (parolone) e gli parlo delle Terme di Montecatini. Ovviamente un politico del suo calibro, abituato a ragionare sui massimi sistemi, non può essere aggiornato su quanto avviene nella cittadina termale, fresca (anche lei!) di nomina Unesco. Tuttavia la sua fortunata e significativa candidatura a Sindaco di Roma e l’importanza che lui riconosce ai Comuni mi rende fiduciosa che il mio appello sulle Terme non cadrà nel vuoto.

La conferenza stampa è veloce assai, foto di rito e poi via, nell’ampia serra/salone del Pistoia Nursery Park gremita di gente, con tanti tanti giovani finalmente!, e anche meno giovani, riconosco qualche imprenditore, venuti da tutta la Toscana. Apre Iacopo Vespignani, con dichiarazioni schiette, di gratitudine ma anche senza sconti: si comprende che i motori sono accesi per una corsa elettorale tutta da giocare… Sarà Iacopo Vespignani il candidato Sindaco per Azione a Pistoia? Chissà… chi vivrà vedrà!
Dopo Iacopo Vespignani interviene Calenda e sono palpabili il carattere, il carisma e l’empatia. Ribadisce ciò che attraverso i media e i social afferma da tempo, in merito al Movimento 5 Stelle, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai suoi rapporti con Renzi (e qui ha ricordato ironicamente la parodia di Crozza, che lo imita alla perfezione) alla sua idea di Paese. Non ho ancora capito, ma mi pare nemmeno lui, come mai si sia fiondato nel PD: non è di certo un uomo di sinistra o perlomeno di quella sinistra fatta da milioni di persone dell’era comunista di Berlinguer. Ma del resto, Renzi e Letta rappresentano la sinistra? No di certo. Gli va riconosciuta la coerenza a Carlo Calenda, e il rispetto degli avversari, o forse è meglio dire la mancanza di opportunismo e il coraggio nel difendere Renzi dai guai giudiziari che attualmente lo interessano, pur non assolvendolo affatto per la questione ‘consulenze all’estero’. A pago. Nemmeno si accanisce su Berlusconi e non perché si voglia accattivare le simpatie del centro (centro destra?).
Calenda è consapevole che può rappresentare il personaggio politico sganciato deo gratia dalle somme algebriche che fino ad oggi hanno portato i partiti alle elezioni, con coalizioni approssimative e improbabili (vedi PD e M5S).
Il risultato di questi minestrini è il partito di maggioranza degli astensionisti e lui vuol pescare proprio da lì il suo elettorato, nonché dagli scontenti delle ammucchiate, siano essi di destra e di sinistra. Accanto a me una persona mi dice che l’ultimo politico per il quale è andata a votare è stato Giovanni Spadolini. E ho detto tutto. Sì, si è pure parlato dei repubblicani, dei liberali: pare roba del Giurassico e invece, basterebbe studiare, si sarebbe a metà dell’opera se certi valori, certi ideali, si sostituissero agli urlatori di slogan verso le pance del popolo sovrano, che ormai vota solo chi dice le cose che si vogliono sentir dire.
Parla per circa un’ora a ruota libera, Carlo Calenda e poi lascia la parola alle domande del pubblico: alla terza domanda, in cui si auspica un avvicinamento tra Azione e Italia Viva, mi rendo conto quanto sia difficile farsi capire dalla gente. Poi, per carità, hai visto mai che vissero felici e contenti e accanto di cadrega? Io preferisco andarmene alla chetichella: non vorrei trovare la tormenta di neve anche al ritorno.
Era una notte buia e tempestosa…