Oggi parliamo di Qatargate, lo scandalo giudiziario che ha travolto il Parlamento europeo dove alcuni parlamentari, fra cui anche italiani, avrebbero ricevuto tangenti cospicue al fine di forzare le decisioni del Parlamento Europeo favorendo l’Emirato del Golfo. Ho voluto parlarne, essendo la tematica così complessa e specifica, con l’Avvocato Europarlamentare Alessandra Basso, che giocoforza ha seguito da vicino l’intera vicenda.
Onorevole Basso è opinione di molti che il Qatargate stia mettendo a rischio la già precaria credibilità delle istituzioni europee…
Eravamo già pronti alla pausa natalizia dei lavori quando lo scandalo Qatargate è esploso. La scossa che questo evento ha dato all’istituzione e il danno fatto alla reputazione sono stati significativi, soprattutto considerato quanto l’Unione Europea abbia sempre convogliato i suoi sforzi per garantire la fondamentale trasparenza dei propri processi.
Non voglio usare questo spazio per fare una tanto facile quanto spiacevole propaganda politica. Non è questo il momento di segnare dei punti politici attaccando gli avversari. Ma vorrei solo ricordare alcuni avvenimenti passati forse un po’ in sordina: durante questa legislatura, il mio gruppo, ovvero ID, del quale fa parte la Lega, è stato estromesso da ogni incarico istituzionale all’interno del Parlamento.
Dal 2019, infatti, vige un “cordone sanitario” per impedire al nostro gruppo di occupare una qualsiasi posizione. Tutti si preoccupano di quanto sia pericoloso per il funzionamento democratico che un paese straniero corrompa degli Europarlamentari, ma nessuno si è mai preoccupato anche solo per un momento di quanto sia deleterio per la democrazia che un gruppo composto da 64 membri eletti e che rappresenta milioni di cittadini e cittadine, venga totalmente emarginato.
Cosa intende?
Dovrebbe far riflettere che chi ci ha sempre etichettati come un “rischio per la democrazia” è ora su tutte le prime pagine dei giornali.
Ora, però, mi preme analizzare l’impatto che il Qatargate ha avuto. Partirei dal nostro Paese, l’Italia.
In alcuni giornali europei e internazionali c’è stata una corsa ad attaccare il nostro Paese e perpetrare degli stereotipi ingiusti e immotivati, soprattutto per tutte quelle persone che quotidianamente si rimboccano le maniche per il bene dell’Italia.
Chi ha sbagliato è giusto che paghi, ma viviamo in un mondo in cui la responsabilità deve essere individuale: perché io, come tanti altri colleghi di tutto lo spettro parlamentare, dovremmo essere identificati come corrotti solo per la nostra nazionalità?
Io ho le spalle larghe, quindi non me ne preoccupo, anzi, sono sicura che l’Italia dimostrerà ancora una volta al mondo la sua grandezza e dignità.

Un’altra parte coinvolta in questo scandalo è il mondo delle lobby.
Perché secondo Lei il mondo delle lobby viene associato sempre alla corruzione e agli affari illeciti?
Questo mondo è molto spesso viene dipinto erroneamente come negativo e corrosivo. In ormai quattro anni da europarlamentare ho potuto vedere in prima persona l’impegno e la professionalità di tante lobby, sia italiane che straniere, che lavorano per l’obiettivo di difendere gli interessi delle persone e delle aziende che giustamente rappresentano.
Lavorando al Parlamento Europeo non si può avere la supponenza di pensare di sapere tutto. Io stessa ho la fortuna di poter utilizzare la mia esperienza di avvocato quando mi occupo di materie giuridiche, ma allo stesso tempo però mi interfaccio con settori che non avevo mai approfondito prima d’ora. Qui è dove entrano in gioco le lobby.
Grazie al loro contributo ho potuto salvaguardare al meglio gli interessi nazionali e ho imparato molte cose che custodisco con orgoglio.
Dunque questo scandalo danneggia anche il buon lavoro di questo settore…
Come è ovvio questo scandalo di corruzione colpisce duramente anche loro, perché agli occhi di tanti sono apparsi come affaristi che operano nell’ombra per poter ottenere privilegi, ma sono convinta che la professionalità delle persone con cui ho avuto il piacere di incontrare in questi anni permetterà anche a loro di allontanare queste male lingue.
Chi secondo Lei appare molto danneggiato dal Qatargate?
Un pensiero particolare lo dedico alla Presidente Metsola. È stato difficile per lei raccogliere l’eredità di David Sassoli, ma nel suo primo anno ha svolto un eccellente lavoro.

Non oso immaginare quanto sia stato duro affrontare questi fatti scandalosi, visto l’enorme rispetto che prova per l’istituzione che rappresenta.
La sua risposta, però, è stata esemplare: mai un attacco, mai una polemica. In lei ho visto solo il desiderio di verità e di risollevare il Parlamento Europeo. La forte volontà di attivare ulteriori misure per salvaguardare l’istituzione e tutti noi europarlamentari che quotidianamente facciamo del nostro meglio per essere all’altezza del ruolo che ricopriamo. Temo che questo duro colpo non sarà assorbito facilmente.
Sappiamo quanto l’essere umano possa essere fragile, sappiamo quanto sia facile prendere una scorciatoia per il bene personale, ma noi che lavoriamo per i cittadini dobbiamo avere la schiena ancor più dritta, perché dal nostro lavoro dipende la vita delle persone.
Sono spontaneamente convinta che impegno e tenacia si potrà voltare questa triste pagina.
Per farlo, però, servirà un impegno congiunto, e per questo diventa ancor più fondamentale mettere al centro le proposte e le idee valide a prescindere dal colore politico di chi le propone.
