Cultura

Cronache dalla Contea di Giugnano in trasferta fiorentina

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Scritto da Cinzia Silvestri

Ieri pomeriggio, era un caRdo che si stiantava in quel di Firenze, ho presentato le ‘Cronache dalla Contea di Giugnano’ al pubblico ed ho firmato il mio libro per la prima volta, in un bel posto qual è Il Conventino Caffè Letterario.

Cinzia Silvestri

Più che una presentazione e un firma copie son sortite fuori un par di sit-gag che parevano studiatissime, ma posso garantire che non è stato così. Ero partita da casa lasciando i rumori ormai familiari dell’impresa edile al momento al lavoro in cantina, un leggero (eufemismo) malumore per talune spiacevoli situazioni che se ci fossero meno ignoranza, più rispetto ed educazione non sarebbero mai avvenute, e tuttavia mi sono avviata verso la canicola fiorentina, mantenendo la pervicacia talvolta sciocca degli inguaribili ingenui ottimisti come me. Firenze è tanto bella quanto invivibile ed insieme a Saturno-contro ed i cantieri stradali avevo previsto pure Pitti Moda e il festival rock a congestionare il traffico: invece è andata di lusso e con la ciottolina e due posti ho pure trovato parcheggio tra un cassonetto e le frasche di un antico platano. A gratis. Se passate da via Giano della Bella davanti all’ingresso del Conventino vi invito ad ammirare un paio di case Liberty, La kermesse organizzata dell’Editore mi ha consentito di vedere il mio librino esposto con tanti altri volumi e di ammirare due alberi di noci proprio belli, eppoi di ascoltare la varia umanità che si è espressa artisticamente attraverso le parole scritte.

Cronache dalla Contea di Giugnano
Cronache dalla Contea di Giugnano – Cinzia Silvestri

C’erano dunque gli autori presentati dalle infaticabili editor, c’erano gli amici e i parenti, insomma un monte di gente. Alcuni hanno parlato del libro, qualcuno l’ha mezzo raccontato, altri hanno parlato più che altro di sé: la varia umanità anche in questo contesto si rivela. Poi è arrivato il turno, nel blocco finale di presentazione, anche del mio libro: mio marito ed io si sbirciava la pila di libri sul tavolo, ma non vedevamo la copertina del mio. Nel momento topico della chiamata, mio marito non c’era, si era appena allontanato per comprare una bottiglia d’acqua. Di talché ho esordito dicendo che non avrei avuto nemmeno una foto ricordo, facendo sorridere tutti. A me è servito per stemperare l’emozione che provavo da qualche giorno e comunque avevo gli Angeli del Bello di Firenze in prima fila che hanno provveduto ad immortalarmi (grazie Patrizia e Mina). Dell’intervista ricordo solo la foga nel dire che il libro parlava di posti stupendi e la voglia di non ragionare troppo a lungo, come altri autori avevano fatto. Poi finalmente ho bevuto e ho salutato le colleghe fiorentine: a colei che mi ha fatto l’onore di acquistare il librino nella bancarella dell’editore ho pensato bene di sbagliare il nome sulla dedica. Non chiedetemi perchè è accaduto, non l’ho fatto apposta, ma chiederò al geriatra perchè il fatto è inquietante seppure ha scatenato ilarità. Abbiamo cenato in maniera frugale in una sala arredata vintage (buffa l’insegna seminascosta della libreria che mi rammentato la parola francese libre, libero) con dei bellissimi ficus beniamini ed un ragazzo che strimpellava al pianoforte. Ho scambiato due parole al tavolo con un’altra autrice, che a dire il vero mi rammentava Amy Winehouse nel fisico, vestita un po’ estrosa per i miei gusti. Solo a un certo punto quando per allontanarsi ha tirato fuori un bastone bianco ho compreso. Era in compagnia di un’amica, ma si muoveva in maniera autonoma. Con loro abbiamo parlato del più e del meno, compresa l’ultima variante virus di tendenza che ha colpito anche me. Sono ripartita per tornare, consentitemi il finalmente, a casa. Ho giocato a rimpiattino col tramonto di un rosa struggente, che mi ha seguita fino alle prime curve di Giugnano, laggiù verso i monti Pisani e le Apuane ed erano quasi le dieci. Tra gli olivi e la rampa per arrivare alla porta di casa, mi hanno dato la buonanotte le lucciole. Praticamente ciò che ti rende grato di stare al mondo.

Cinzia

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