Cultura

Dimore Settecentesche a Pistoia

dimore settecentesche
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Scritto da Irene Pagnini
Le Giornate FAI di Autunno del 13 e 14 ottobre scorso a Pistoia hanno reso visibili, grazie alla collaborazione proficua dei proprietari, alcune tra le realtà più importanti di architettura settecentesca pistoiese.
 Pistoia, che molti apprezzano e declamano per la sua facies romanica di marmi e di alberese elegante e severo, conserva ed è testimone di periodi storici che nell’immaginario comune spesso passano, invece, quasi inosservati. Il Palazzo Puccini, il teatrino Gatteschi, il palazzo Brunozzi ed il palazzo Rossi Cassigoli aperti per l’occasione, si legano in un itinerario inedito dell’abitazione signorile ad uso civile all’interno del centro storico. Sorti oltre la prima cerchia muraria, si sviluppano col nuovo inurbamento e ci appaiono in tutta la loro adesione ai nuovi stilemi stilistici, specchio 
dell’animo moderno delle più influenti famiglie pistoiesi, coloro che costituirono la fortuna finanziaria, ideologica e politica della cittadina e che sancirono un ruolo autentico della nobiltà e dell’alta borghesia. La filantropia tesa agli ideali protoromantici del valore del bello, della libertà, del patriottismo e il gusto per il collezionismo che affonda le radici nel vigore dell’archeologia e delle riscoperte greco romane, sono alla base dell’uomo rinnovato e della nuova architettura tardo settecentesca. L’esuberanza barocca cede il posto alla linearità e all’equilibrio delle forme geometriche pulite della bella composizione. Permane nel Teatrino, per sua specifica natura, e in alcuni interni dei palazzi dove si realizzano espedienti tutti seicenteschi legati alle caratteristiche geometriche delle stanze e volti ad ingannare profondità, altezze e superfici con “sfondati” a cielo aperto, stucchi o affreschi a trompe-l’œil. Il percorso cittadino mostra ai visitatori i caratteri principali del nuovo linguaggio che scorre e si diffonde soprattutto per mezzo di una stessa mano progettuale o tramite maestranze che, attraverso contatti cantieristici, hanno saputo far propri metodo, tecnica e stile e sono stati in grado di applicarli alle diverse realtà cittadine, non solo civili. Protagonista in ambito pistoiese è sicuramente l’architetto Padre Raffaello Ulivi che seppe veicolare la moda rinnovata sia nell’architettura civile che in quella religiosa. Il culmine di questo iter è la vista di Pistoia dall’alto, un cambio di prospettiva dalle ultime finestrature dei palazzi o dai sottotetti come quello del Palazzo Rossi Cassigoli, restaurato con travi in legno degli alberi della Foresta nera bavarese a sottolineare ciò che la città è stata e che è, in un continuo divenire.

Ph Chiara Corsini

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