Cari lettori amanti del fashion e delle tendenze, oggi scopriremo come un tessuto altamente tecnico e prettamente sportivo può trasformarsi in un capo versatile e cool: parliamo di Scuba, il nuovo must-have che ha fatto impazzire il mondo della moda.
La fibra in questione, oggetto di nostro interesse e che si chiama Scuba è altrimenti detta commercialmente Neoprene (il nome chimico è policloroprene): è una fibra sintetica, nata negli anni trenta nei laboratori della multinazionale Dupont grazie agli scienziati A. Collins e W. Carothers.
La specifica resistenza all’acqua e al calore di questo tessuto, fece sì che dopo circa vent’anni, potesse essere utilizzato per realizzare mute da sub e solo. Di li a poco diventò protagonista per la creazione di capi d’abbigliamento sportivo. Non a caso il termine “Scuba” è l’acronimo della frase “Self Contained Underwater Breathing Apparatus”, con riferimento all’apparato di respirazione subacqueo autonomo.
Negli ultimi decenni è scoppiata una travolgente ossessione per i capi realizzati in questo materiale, si assiste a una vera e propria “scubamania”. Anche gli stilisti più famosi infatti, hanno impiegato questa tecnologia per realizzare capi classici o sexy per le loro passerelle più esclusive e per l’abbigliamento streetwear.
Scuba vanta numerosi plus poiché è flessibile, isolante, caldo e leggero; al contempo è morbido al tatto e liscio anche se dotato di una certa rigidità. Per la sua natura duttile il taglio effettuato a laser risulta estremamente preciso e definito, e tramite la laminatura si può impreziosire con raffinatissime applicazioni di filo laminato. Può essere anche “unito” con molte altre fibre, anche preziose e delicate come lo chiffon, ed è perfetto per la tintura monocolore o con le tinte più svariate.
La versatilità dello scuba permette inoltre di sostituire le classiche cuciture con la termosaldatura ottenendo lavorazioni perfette per il mondo fashion maschile e femminile.