Vi avevo già annunciato su UAU che lo scorso 2 dicembre ci sarebbe stata la presentazione ufficiale, e a seguire la degustazione, dell’Amaro San Jacopo presso Caffè Valiani 1831, (quello originale quello in Via Cavour). Sono stata presente ed è stata un vero successo!

Ho deciso quindi di intervistare colui che ha permesso all’antico amaro di rivivere in una nuova veste, Francesco Innocenti, per tutti Cecco del Gargantuà, che da sempre si occupa di enogastronomia. Ho voluto comprendere meglio la storia e il perché abbia voluto tuffarsi in quest’avventura.

Non tutti ve lo ricordate forse l’amaro San Jacopo, io me lo ricordo benissimo… è un liquore della tradizione pistoiese, uno di quelli che si trovava a casa dalla nonna in dispensa, sempre a fianco delle mitiche caramelle Rossana.

Parlaci di Amaro San Jacopo, della sua storia, ovvero di come l’hai rimessa insieme riscoprendone l’antica ricetta.
Ho scoperto che l’amaro San Jacopo è stato ideato da mio zio Renato Bartolini per caso, quando, dopo essermi trasferito a San Baronto, luogo che è pieno di erbette aromatiche che mi hanno ispirato da questo punto di vista, ho manifestato a mio padre l’intenzione “scherzosa” di produrre un amaro che fosse mio (l’amaro di San Baronto”?). A questo punto lui stesso mi fa presente questo fatto che mi colpisce e mi appassiona.
Chi era tuo zio? Raccontaci qualche aneddoto su di lui.
Ho un ricordo vaghissimo di mio zio, è morto quando ero piccolo purtroppo. Mi emoziona moltissimo che mio zio abbia lavorato nel mio stesso settore e sia stato l’ideatore di una bottiglia di successo.
Quando mio padre mi ha raccontato immediatamente ho pensato di rimettere in commercio questo stesso amaro per un senso di continuità e d’affetto! Mi sono precipitato dai miei parenti a chiedere informazioni. Mia zia Loretta tutt’ora in vita e sua figlia a quel punto mi hanno raccontato un po’ di questa storia: mia zia Loretta addirittura era colei che metteva le erbe in infusione!

Dove hai trovato la ricetta, e come l’hai rivisitata!? Se puoi ci sveli il contenuto del liquore?
Dopo aver parlato con i miei parenti ho avuto il permesso di fare ciò che avevo in mente e mia zia mi ha donato la ricetta dell’amaro, valutando con me l’aggiunta di un mio tocco personale per dare freschezza e modernità al prodotto, visto che sono trascorsi quarant’anni. La modifica alla ricetta è stata comunque minimale. L’amaro è fedele alla ricetta originale: ho tolto solo un po’ di zucchero e aggiunto della scorsa di limone. Non posso rivelare il contenuto della ricetta per ovvi motivi, ma si possono subito individuare note di rabarbaro, cannella… e altre spezie!
Quali sono i benefici che questo tipo di bevanda può avere sull’organismo a parte l’effetto di piacevole ristoro?
I benefici del liquore è in primis digestivo, inoltre le spezie che contiene hanno potere tonico e diuretico. Ho provato diverse volte a fine pasto e funziona oltre al potere inebriante: d’altronde l’alcool è croce e delizia… un’ebrezza piacevole!

La tua è un’idea imprenditoriale e commerciale o piuttosto affettiva che richiama le tue origini familiari?
All’inizio mi sono mosso per gioco, d’impulso e preso dall’emozione. Inoltre essendo un periodo delicato non volevo spendere o rimetterci. Poi riflettendo, con un locale alle spalle ho agito sereno dal punto di vista economico sicuro che avrei potuto rivendere le bottiglie.
Ad oggi devo dire che i risultati stanno arrivando, c’è apprezzamento, persino dall’estero quindi si, la mia idea è diventata imprenditoriale. Quando c’è passione e remunerazione che si vuole di più!
Chi è, se c’è, la persona alla quale hai dedicato questa tua idea?
La persona a cui dedico questo successo è sicuramente mio zio Renato! E Loretta, sua moglie nonché tutta la sua famiglia. La “tenera” e giusta gelosia che ho percepito quando Loretta mi ha consegnato la ricetta mi ha fatto capire che bel regalo mi stesse facendo in quel momento mia zia. Spero di non aver deluso le aspettative dei miei parenti!
Perché hai scelto Valiani 1831 in via Cavour per la presentazione/ inaugurazione del prodotto?
Ho scelto Valiani 1831 per la disponibilità e la gentilezza nell’accogliere la mia idea di presentazione, oltre ad essere una location mozzafiato. Inoltre era l’unico locale che aveva ancora la mitica bottiglia dagli anni ’80: sono sicuro che mio zio fosse un assiduo frequentatore e così ho voluto celebrare uno spaccato storico della Pistoia di una volta!

E adesso una domanda con cui concludere questa chiacchierata… noi la chiamiamo domanda UAU: con cosa consiglieresti di abbinare a fine pasto l’amaro San Jacopo?
Vedo l’amaro molto ben abbinato con il cioccolato. Un mio amico collega Paolo Lavuri di Enoteca Lavuri che ha acquistato le bottiglie mi ha fatto provare un connubio a dir poco perfetto: amaro San Jacopo con le sue scorze d’arancia ricoperte di cioccolata!
Vi invito a provarli insieme!
