Laos. Vietnam. Paesi dilaniati dalla guerra. Paesi che stanno cercando di ridare un senso alla loro storia e al loro ambiente. In posti come questi il motore della ripresa sta nell’artigianato locale, nelle opere realizzate dalla mani di coloro che vivono in quei luoghi e hanno vissuto momenti difficili. I gioielli riciclati diventano in questo contesto un’idea imprenditoriale interessante.
L’artigianato è il motore della nuova Moda Jewerls 2.0 fatta di gioielli riciclati.
Lo hanno capito i ragazzi di NO WAR FACTORY, un progetto nato dall’idea di Massimo Moriconi e Serena Bacherotti. Massimo e Serena sono una coppia di Viareggio che ha da sempre nel cuore il Sud Est Asiatico e in particolare il Laos, dove si sono anche sposati. Sono partiti da li con l’associazione INK for Charity (ora chiusa) attraverso la quale nel 2017 hanno aiutato il villaggio di Ban Naphia, nella zona della “Piana delle Giare”, a purificare l’acqua. E’ li che hanno visto come la popolazione lavora gli scarti bellici di alluminio per realizzare utensili e bracciali. Da qui nasce NO WAR FACTORY, ovvero una collezione di gioielli riciclati 2.0
NO WAR FACTORY acquista questi oggetti, che diventeranno gioielli riciclati, dagli artigiani laotiani, contribuendo allo sviluppo economico di questi villaggi.
Questi utensili vengono poi spediti in Italia dove i materiali vengono analizzati dal laboratorio “Ecoricerche S.r.l.” a Bassano del Grappa per controllare i valori dei metalli pesanti. Una volta controllati e risultati negativi ai test e conformi alle normative europee per la vendita, i manufatti vengono lavorati per essere trasformati in gioielli, aggiungendo pietre, argento e materiali preziosi.
La parte stilistica del progetto di questi gioielli riciclati 2.0 è seguita dall’orafa artigiana Francesca Barbarani e il 10% dei profitti viene donato all’associazione MAG (Mine Advisory Group), un’organizzazione non governativa internazionale che si occupa di sminamento e di rimozione di ordigni inesplosi.
Bombe inesplose che diventano vezzi. Gioielli con un’anima ecologica che danno nuova vita a materiali nati con lo scopo finale di donare la morte anziché restituire il sorriso. Rottami detonati durante le esplosioni in guerra che si trasformano in oggetti preziosi che aiutano le famiglie di quei villaggi in cui fino a poco tempo fa la paura era l’elemento principale delle loro vite.
Nel 2019 al team di Massimo e Serena si è aggiunto un nuovo socio, Riccardo Biagioni, che insieme ai coniugi porta avanti il progetto di NO WAR FACTORY con orgoglio e dedizione.
Un progetto che è anche un hastag popolare sui social.
Se acquisti un gioiello NO WAR FACTORY puoi far parte della community Instagram di coloro che pubblicano la loro foto condividendo anche l’hastag #mynowarfactory. Grazie a questa condivisione il progetto sta diventando virale e i prodotti venduti acquistano un valore sempre più alto. Valore che è dato dalla qualità dei gioielli venduti; infatti, tutti i gioielli di NO WAR FACTORY sono atossici, nichel free e naturalmente non radioattivi.
Le linee di questi gioielli riciclati 2.0 sono moderne, rese uniche da dettagli fashion e materiali che non incidono sull’ambiente. Sono vezzi dalle caratteristiche particolari e sensibili; nuovi bijoux che danno una luce nuova a volti, mani, polsi e caviglie. Sono oggetti che nel loro piccolo raccontano una storia, quella di paesi in cui la guerra ha distrutto tutto: ambiente, vite, persone.
Tra il 1964 ed il 1973 sul Laos caddero 260milioni di bombe, più di quante vennero sganciate su Europa e Giappone durante la Seconda guerra mondiale. Ancora oggi, di quelle bombe si trovano frammenti e spesso, interi ordigni ancora inesplosi. Un dramma per la popolazione che rischia ogni giorno la vita. I gioielli di NO WAR FACTORY nascono da qui e aiutano a migliorare la vita di questi luoghi, ripulendo proprio la terra dagli ordigni inesplosi con i cui materiali queste preziosità in alluminio vengono prodotte.
Un ciclo di creatività che aiuta il mondo ad essere un posto migliore.
“Se lo vogliamo possiamo fare la differenza in questo mondo.” Questo è il messaggio comune che molte aziende vogliono far passare, impegnandosi a combattere e migliorare la vita di alcuni popoli che hanno sofferto per colpa della guerra e della povertà. NO WAR FACTORY è una di quelle.