Oggi facciamo un pò di polemica e approfondiamo il caso dei teatri che costantemente rimangono chiusi a causa della pandemia. L’isolamento teatrale non è il solo tipo di disagio culturale che stiamo vivendo. Anche cinema, sale concerti e locali sono costretti alla chiusura e sicuramente al momento della riapertura saranno costretti a ridimensionarsi. Vediamo il punto di vista di una piccola realtà toscana, simbolo di questo disagio.
Isolamento teatrale, cosa s’intende?
Non si tratta di una parola inventata. Sto parlando della chiusura dei teatri e di contorno di tutte quelle attività che fanno intrattenimento e cultura a causa della pandemia.
Gli ossimori ormai non sono più solo una forma retorica della nostra bella lingua italiana. Tutto adesso sembra essere contraddittorio. Mentre vediamo rimanere aperti, anche se a singhiozzi, molte attività come parrucchieri ed estetiste, la cultura rimane sempre l’ultima ruota del carro.
Mentre in Giappone trovano il modo di riportare le persone alla normalità costruendo nuovi sistemi per fruire le attività teatrali, concertistiche e museali, in Italia siamo stati in grado solo di dare spazio al carrozzone sanremese.
Intanto molte realtà teatrali, molti cinema e molti musei restano chiusi e rischiano di rimanerlo per sempre. Oggi intervisto Eleonora del teatro pesciatino Buona La Prima (Comune di Buggiano). Con lei vediamo di capire cosa sta andando storto e cosa ci siamo persi (visto che oltre tutto l’opinione pubblica sta lasciando indietro le notizie al riguardo).
Teatri chiusi: cosa manca all’amante della piece teatrale?
“Dopo oltre un anno di isolamento forzato e continue restrizioni – spiega Eleonora – le persone si vedono annientate nella loro possibilità di esprimersi liberamente. Siamo stati privati dei nostri affetti e delle nostre più intime passioni. Abbiamo bisogno di tornare a vivere e condividere le nostre emozioni. Il teatro è una di queste.”

Il teatro Buona La Prima nel comune di Buggiano (Pescia) è una realtà piccola che non vuole morire a causa del Covid-19
Il teatro è una disciplina che già di per sè ha visto con il tempo diminuire il proprio pubblico. Complice l’avvento della televisione e del cinema, di più facile fruizione. Sono comunque molti gli amanti del genere. Infatti, anche in un teatro piccolo come quello buggianese gli spettatori e coloro che partecipavano ai corsi erano in molti.
Purtroppo, proprio per questa sua natura di nicchia, il teatro in generale ha difficoltà a dimostrare quanto sia importante in questo momento. Ancora più difficile se si parla di piccoli teatri emergenti come Buona La Prima.
Con l’isolamento teatrale c’è bisogno di un aiuto social
Con un breve bilancio si scopre che l’emergenza mondiale in atto ha imposto una chiusura dei teatri e delle attività d’intrattenimento prima di 6 mesi. C’è stata poi una riapertura in sordina a settembre e a una nuova chiusura a novembre.
“Abbiamo potuto lavorare al 30% delle nostre potenzialità – spiega Eleonora – con continue interruzioni da novembre a febbraio. Da marzo siamo nuovamente chiusi e non si riesce a vedere la fine. In questo anno le spese accumulate sono state tante. E’ stato necessario mobilitarsi internamente al fine di sensibilizzare la comunità sull’importanza di proseguire con il nostro lavoro chiedendo un sostegno concreto. La chiusura del teatro Buona La Prima significherebbe un’enorme perdita per la stessa comunità che ne è parte attiva.“
Per sostenere il teatro in questo periodo di isolamento teatrale anche lo staff di Buona La Prima ha ideato un crowdfunding, ovvero una raccolta di fondi che viene realizzata tramite internet. Tutti possono dare una mano anche con piccoli contributi ecco perché sta diventando un sistema di monetizzazione e di aiuto concreto e virale.

Con il crowdfunding il teatro Buona La Prima spera di recuperare qualche possibilità economica per restare a galla.
“Abbiamo creato un link attraverso il quale speriamo di coinvolgere tutti gli amanti del teatro. Questa formula – continua Eleonora – è stata scelta anche da molte altre strutture e categorie del settore spettacolo. A quanto pare nessuno pensa ad aiutare la cultura, la socialità e l’intrattenimento, ma solo a dare spazio ai numeri legati alla malattia.”
Non che i numeri dei contagi non siano importanti. Sarebbe comunque importante che ogni tanto si parlasse anche di queste realtà messe in ginocchio dalla pandemia. Chi sta bene, chi si vaccina, chi crede che una vita normale oltre al Covid-19 esista vuole poter credere che si tornerà ad andare a teatro.
C’è davvero bisogno di iniziative nuove?
Nonostante tutto il teatro non si ferma. Buona La Prima ha deciso di ripartire esattamente da dove si è interrotto il loro lavoro. Il teatro non ha bisogno di essere rilanciato con particolari iniziative, ma solo di essere di nuovo un punto fermo.
“Buona La Prima c’è sempre stato e sempre ci sarà, ha solo urgenza di ripartire a pieno ritmo – racconta Eleonora. Da parte nostra appena sarà possibile ricominceremo da dove ci siamo bruscamente interrotti. Abbiamo il desiderio di proporre spettacoli teatrali, concerti ed eventi di qualità accessibili a tutti. Il teatro non deve essere una scelta di nicchia, ma deve essere fruibile da chiunque, sotto ogni aspetto.”