Un fenomeno istituzione che oggi conta ben 1.119.589 di followers su Facebook e 400mila su Twitter; un’intuizione geniale parto della mente creativa di un impiegato romano, ad oggi re induscusso della satira sui social: oggi intervistiamo su UAU Federico Palmaroli, autore e ideatore della celeberrima “Le più belle frasi di Osho”.
Ma chi è Federico Palmaroli, parlaci di te.
Non voglio tediarvi con la mia bio, preferisco sintetizzare la descrizione della mia essenza con queste parole: sono un ultraquarantenne che non ha mai perso le sue deliziose fanciullaggini. Ma so essere anche molto serio.

Da quanto tempo ti occupi di satira politica?
In modo esclusivo da settembre del 2017. Prima le mie vignette avevano come protagonista soprattutto Osho, ma poi l’ira della fondazione che custodisce l’eredità spirituale e materiale del santone indiano si è abbattuta su di me. Pensavo di dover chiudere baracca e burattini e invece ho fatto un upgrade che mi ha portato nuove e migliori opportunità.
Come nasce l’idea de “Le più belle frasi di Osho”? Perché hai scelto di utilizzare proprio lui?
L’idea nacque per caso, c’era una pagina Facebook che si chiamava “Le più belle frasi di Osho” (con contenuti seri) e ho pensato di farne una parodia. Ho trovato nella mimica facciale del santone una espressività che mi ricordava molto il romano medio scanzonato e quindi, avendo trovato foto che lo immortalavano in diverse situazioni di vita quotidiana, mi sembrava divertente associargli delle frasi di uso comune che noi utilizziamo ogni giorno senza neanche rendercene conto, tanto sono stereotipate.

Far ridere e sorridere una così ampia platea senza scadere nel banale non dev’essere uno scherzo, perciò ci chiediamo: come nasce nel quotidiano l’idea per uno schetch o per una freddura? Puro istinto o studio e programmazione? Hai dei rituali creativi tutti tuoi?
Parte tutto da un argomento che viene trattato in quel momento dai media. Cerco di trovare una chiave che riporti la faccenda a una situazione popolare, tipo Trump che fa di tutto per non lasciare la Casa bianca e allora lo faccio sembrare un inquilino moroso che non si rassegna allo sfratto e dice alla moglie: “M’ha detto un amico mio Vigile che se c’è un anziano dentro casa nun ce possono caccià”.

Di solito il mio percorso creativo è questo. Ma a volte ci sono anche immagini che parlano quasi da sole e allora la mia diventa semplicemente un sottotitolo in forma di paradosso.
In molti tentano di cavalcare l’onda della satira politica, ma in pochi riescono ad ottenere riscontri paragonabili al tuo. Qual è il segreto del successo de “Le più belle frasi di Osho”?
Credo di avere un talento nel saper associare le immagini e le espressioni alla frase giusta. Poi nel corso degli anni ho anche affinato la tecnica. Non ho la presunzione di pensare che non potrò mai stancare, ma ho la certezza che questa forma di satira legata alle immagini riesce bene solo a me.

E adesso una domanda personale con cui concludere questa chiacchierata… noi la chiamiamo domanda UAU: hai un sogno nel cassetto, un’esperienza che vorrai fare prima o poi nella vita, anche se al momento ti sembra impossibile da realizzare?
Mi piacerebbe un giorno che il mio primo Osho (un santone alla vaccinara) prendesse vita in una serie tv. E ci sto lavorando da un po’ di tempo insieme a una produzione televisiva
Spero allora di poter avere aggiornamento su questo e parlarne qui su UAU appena sarà realizzato! Grazie Federico e in bocca al lupo