Cultura

Loro sanno sempre essere noi, ma noi quasi mai sappiamo essere loro

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Scritto da Irene Pagnini

In questo periodo così assurdo e surreale, dove ogni mattina ci svegliamo sperando che niente di ciò che è stato il giorno prima sia vero, la compagnia di qualcuno a noi caro sicuramente ci dà sollievo.

Loro sanno sempre essere noi, ma noi quasi mai sappiamo essere loro.
Io per esempio con me ho il mio compagno, ci supportiamo e a turno cerchiamo di farci forza ma conveniamo spesso l’un con l’altra che se con noi non avessimo i nostri cani, ci annoieremo, non avremo a chi dedicare le nostre attenzioni sorridenti, con chi giocare tra il divano e il pavimento, ci sentiremo spersi in poche parole.
Sono gli unici con cui non dobbiamo star a un metro di distanza (perché come la maggior parte delle infezioni,anche questa non si trasmette da uomo a cane), gli unici con cui non dobbiamo fingere mai e gli unici che ti si stendono a fianco rispettando i tuoi silenzi.

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Loro hanno un potere magico chiamato empatia che noi umani possiamo anche sognarci.
Loro sanno sempre essere noi, ma noi quasi mai sappiamo essere loro.

Adele, ha cinque anni. È stata per noi la nostra primogenita. Quando è arrivata a casa era un peluche, sembrava finta da quanto era bella!
Molto presto è diventato il cane più pestifero che io avessi mai conosciuto. Fino ad un anno e mezzo ha continuato a fare i suoi bisogni in casa quando gli andava, mangiava mobili, sedie, poltrone, divani, muri! Non era un cane, era una distruttrice. Ha divorato cose pericolose come occhiali da 300€, apparecchio per i denti, sassi del fiume… e noi, nonostante la fatica e le mani nei capelli costanti, non ci siamo arresi, abbiamo cercato di insegnargli e di aspettare che “maturasse”. Del resto esistono molti umani scapestrati ma nessuno li lega a un palo e li abbandona!

Loro sanno sempre essere noi, ma noi quasi mai sappiamo essere loro.

Rocco. Secondo genito di nove mesi! Lui è il nostro “cane biondo”. E con lui, che è stato fino a quattro mesi e mezzo in un campo, con i suoi fratellini, abbandonato in Sardegna, sicuramente stiamo facendo molta meno fatica, siamo ormai temprati. Rocco è più calmo, più pacato e pacifico, ha paura di persone estranee e macchine e in questi mesi la casa è rimasta intatta,tranne qualche cuscino divorato!

Loro, che hanno imparato a volersi bene e convivere in armonia in un tempo record per noi umani,mi seguono ovunque vada per la casa, come se avessero timore di potermi perdere da un momento all’altro. La mattina appena apro la porta di salotto mi corrono in contro, mezzi “acciocchettiti”, ancora con gli occhi semichiusi e la loro felicità mi fa amare il mondo! Loro sono la mia forza ed io la loro. L’uno senza l’altro non saremmo gli stessi. E adesso che sono incinta, loro si sono eletti miei guardiani, miei protettori, sono la mia “scorta personale”!

Loro sanno sempre essere noi, ma noi quasi mai sappiamo essere loro.

Detto questo, adesso mi rivolgo a te, che hai un cane, due, tre… nessuno di loro, nemmeno uno dei nostri cani ci ha chiesto di diventar parte della nostra famiglia; siamo noi che glielo abbiamo “imposto” e per tale motivo siamo tenuti a garantirgli una vita dignitosa, a restituirgli almeno un quarto dell’affetto che loro danno a noi, del rispetto che ogni giorno ci dimostrano. Non basta limitarsi a riempire una volta al giorno una ciotola di croccantini, non basta per niente!

Invito a riflettere, a provare anche per un attimo a non pensare che gli animali (tutti in generale), siano soltanto un’ammasso di carne ed ossa…
Loro sono esseri viventi e come tali capaci di sentir dolore, di provar paura, di soffrire.
Noi discendiamo dagli animali, noi siamo animali dotati di un’intelletto maggiore… e allora usiamolo! Provate ad immaginare se la persona a cui tenete di più al mondo, un giorno vi bendasse, vi facesse salire in macchina, vi portasse su una tangenziale, vi legasse una mano ad un palo della luce con una manetta di ferro, vi togliesse la benda e senza esitare, senza voltarsi indietro nemmeno per sbaglio, tornasse in macchina e se ne andasse mentre voi, increduli e spaesati vi sentite morire dentro. Gli animali non sono un paio di scarpe, non esiste legge che impone di possederne uno e per ciò prendere un cane, un gatto, un uccellino, vuol dire aver qualcuno a cui badare, dirigere le proprie attenzioni verso di esso… noi ed i nostri figli piccoli viviamo ugualmente senza un animale ,ma loro, chiusi nelle nostre case, non potrebbero nemmeno mangiare se non fossimo noi a darglielo.
Quindi vi supplico, in onore di un mondo migliore e di un maggior rispetto per il prossimo, fate entrare un animale nella Vostra vita solo se siete certi di potergli garantire un’esistenza dignitosa. Non abbandonate chi non vi abbandonerebbe mai!

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Loro sanno sempre essere noi, ma noi quasi mai sappiamo essere loro.

Martina, Adele e Rocco.

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