Cultura

Mai giudicare un libro dalla copertina

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Scritto da Irene Pagnini
Sono sicura che la maggior parte di voi quando ha letto il titolo ha dubitato se iniziare a leggere l’articolo o evitare di ritrovarsi per l’ennesima volta a (non) farsi convincere che leggere è bello e fa bene alla salute. Molti infatti avranno abbandonato, ma per voi più audaci cercherò di non deludervi. Non farò la solita ramanzina su quanto sia importante leggere con regolarità: per quanto tutto quello che si dice sulla lettura sia estremamente vero, nonché testato scientificamente per i più scettici, e per quanto io sia profondamente 
convinta che se al mondo ci fossero più lettori questo sarebbe senza dubbio un posto più umano e decente di quello che sappiamo essere in realtà, la mia intenzione non è certo quella di convincervi a leggere un libro, perché penso che la lettura non si debba imporre, ma al contrario, sia qualcosa che viene da sé, un qualcosa che nasce dentro e si trasforma in bisogno concreto. Questo è stato, infatti, un po’ l’errore di cui tutti siamo stati vittime da bambini quando a scuola ci imponevano di leggere alcuni tra i grandi classici. È ovvio che sia risultato tutto molto pesante, noioso ed imposto (appunto) e con il crescere questa sensazione non ci ha più abbandonato. Non trovo sbagliata l’idea della lettura formativa, anche se magari un po’ prematura, ma trovo sbagliata la serie di pregiudizi che le persone si portano dietro: leggere non è noioso, non è come studiare, casomai è conoscere, ascoltare, immedesimarsi in una nuova storia, in un’altra personalità. Leggere è la più intensa evasione dalla quotidianità e la possibilità di sentirci parte di un qualcosa in più del semplice ordinario. Potremmo magari dire che è un po’ come guardare un film, dato che assistiamo alla storia di qualcun altro guardandola sempre, però, con i nostri occhi, attraverso le nostre aspettative ed influenzati dalle nostre esperienze personali. «Ogni lettore quando legge, legge se stesso», Marcel Proust. Questa forse è la parte più magica della lettura: scoprire che i tuoi sentimenti, belli o brutti che siano, sono sentimenti universali e che tu non sei solo o isolato, ma appartieni. Adesso molti di voi (o forse dovrei dire quei pochi di voi che non hanno mollato e stanno ancora coraggiosamente cercando di leggere l’articolo fino alla fine, perché come sappiamo leggere è fatica) staranno pensando che film e libri non sono esattamente la stessa cosa. Avete ragione, un libro è molto meglio. Un libro richiede uno sforzo da parte nostra, quello di sprigionare tutta l’immaginazione repressa, non siamo soltanto spettatori passivi: l’autore ci guida ma siamo noi a creare i nostri personaggi, i luoghi, gli odori, le passioni; è la nostra fantasia che dà vita alle storie che leggiamo. Un libro possiamo tenerlo tra le mani, toccarlo, annusarlo e possiamo vederlo via via consumarsi ogni volta che sfogliamo un’altra pagina. Possiamo prenderci cura di lui, come del tempo che ci trascorriamo insieme. Un libro dura anche molto di più di un film, è vero. Ma innanzitutto sfatiamo il mito che esistano soltanto libroni polverosi infiniti, perché ci sono libri che non arrivano nemmeno alle 100 pagine stracolmi di bellezza. Perciò, risolto il primo problema, veniamo alla parte più difficile: trovare il tempo per leggere. Vite frenetiche, sempre di corsa, è un lusso se arriviamo a fine giornata riuscendo a portare a termine tutti i nostri obblighi, figuriamoci trovare anche un po’ di tempo per noi. Non esiste, sono d’accordo. Il consiglio che mi sento di darvi è quello di portarvi sempre un libro dietro. Durante un viaggio in treno, un’attesa, la pausa pranzo, quel momento in cui ci corichiamo a letto e veniamo travolti dai pensieri: in tutte queste occasioni dovremmo abbandonarci alla lettura di un libro, permettendoci così di estraniarci dal vortice dei nostri problemi e delle nostre ansie; e chissà, potremmo trovare proprio così le risposte che stavamo cercando. Un libro, se scelto con cura, può salvarci da qualsiasi cosa… persino da noi stessi. Se tutto va bene, non sembrerà più di ritagliarsi a fatica “il tempo per leggere”, ma al contrario sembrerà di leggere e poi trovare il tempo per tutto il resto. Umberto Eco diceva: «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.» So benissimo che dimenticherete tutto non appena finito di leggere e tornerete ad essere assorbiti dalle vostre vite come se nulla fosse, ma se ci sarà qualcuno di più fortunato da riuscire a cogliere il mio suggerimento, so che sarà dura ma come per tutte le cose il difficile è iniziare, dopo non smettere più.

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