E dunque si spengono Tg4 e Studio Aperto, ovvero le due torpediniere dell’informazione Mediaset che procedevano affiancate ma non troppo all’ammiraglia Tg5. Colpa dei bassi ascolti, dice qualcuno, o forse semplicemente una questione di restyling economico del mondo Mediaset, dice qualcun altro.

Onestamente, in entrambe le versioni c’è qualcosa di vero, così come probabilmente è fin troppo evidente che l’investimento in due TG barricaderi come ai tempi di Fede (tg4) e di Liguori (Studio Aperto) pare un lusso senza giustificazioni per le attuali fortune politiche di Berlusconi e del suo partito.
Piuttosto, viene da chiedersi se alla base di tutto ci sia la resa incondizionata dell’informazione, e non solo di quella Mediaset, al pensiero unico dell’era Draghi, in cui alla fine la rappresentazione della realtà resta la stessa indipendentemente dal nome dell’attore chiamato a declamarla.

Restano lontani, eppure beati, i tempi della Rai lottizzata: alla fine, se avevi un minimo di vita cerebrale, l’ascolto del Tg1 democristiano, del Tg2 socialista e del Tg3-Telekabul made in Sandro Curzi ti permetteva di prendere un fatto, confrontarne le diverse letture ed alla fine, sia pure con qualche difficoltà, farti un’idea ragionevolmente precisa di come stavano realmente le cose. La creazione del concorrente Mediaset, l’informazione totalmente gratuita contrapposta a quella statale spesata dal canone pagato dai cittadini, non cambiava fondamentalmente le cose, ma, caso mai , andava ancora più a fondo nel desiderio di intercettare tutte le tendenze politiche, affiancando, come detto, i barricaderi Fede e Liguori (con alcuni veri cammei di trash televisivo da parte del primo) al più moderato Mentana, ex ragazzo prodigio Rai osteggiato in forza del suo passato socialista, sia pure di marca lombardiana. Era la realizzazione compiuta del bipolarismo nell’informazione, parallelo a quello politico uscito dai referendum della meteora Mariotto Segni.
Da allora, sono passati molti anni e, come dice una vecchia canzone, Senna non corre più e Baggio non gioca più. Hanno inventato i Grillini, il Tg2 è diventato leghista, Mentana è uscito da Mediaset e conduce un telegiornale il TG di una emittente nuova (la Sette), in cui convivono resti di una informazione di sinistra che ormai ha rivalutato Berlusconi e trova in Mario Draghi gli stessi tratti paterni ed ecumenici di Papa Giovanni.
Ed anche i giornali (la cd. Carta stampata) non sono più come prima: copia e incolla di notizie di agenzia, poche idee ma confuse e soprattutto italiano da dimenticare, perché ormai è meglio sbagliare un congiuntivo che scrivere qualcosa che si contrappone al mainstream ed al politicamente corretto.
Onestamente, faccio fatica. Si, lo confesso, e provo una insensata voglia di disinformazione, di sdegnoso distacco , arrivando a pensare che alla fine i kamikaze della notizia manipolata, il leccaculismo del Fede (su tg4) giocatore d’azzardo , troppo spudorato per non essere preso sul serio, o persino la smodata arroganza del professor Santoro, avevano il fascino di un trapezista che fa il triplo salto mortale senza rete, lanciato nel vuoto catodico di una masnada di cazzari che riusciva , suo malgrado, a darti un’idea del mondo in cui vivevi. Si, perché alla fine arrivava un Funari qualunque a darti la visione a 360 gradi, spiegandoti che la fame più brutta è quella del giorno prima e che se anche i ricchi piangono, alla fine, piangere in Rolls è meraviglioso. Eccolo il punto: alla fine arrivava qualcuno che brindava con te a champagne e mortadella e ti faceva comprendere che tutti, giornalisti, professoroni o politicanti, hanno comunque un prezzo. E se il cervello ti funzionava, come detto, arrivavi a capire dove stavi andando e per colpa di chi.

Oggi, viceversa, non si capisce nulla: il coro delle voci bianche nella capponaia buonista del “tutto va bene, madama la Marchesa” resta una colonna sonora artificiale e stucchevole come una puntata del programma di Fazio e per riprendermi devo riascoltarmi su Youtube le gag di Crozza che impersona Vittorio Feltri e mi permette di fare il pieno di politicamente scorretto, fra frasi sessiste e battute da caserma che mi fanno illudere che questa Italia abbia ancora qualcosa di chiassoso, sconcio, rumoroso e possibilmente un po’ volgare da regalarci.
Perché alla fine, ricordatelo bene, senza qualcuno che si intesta la parte del rozzo, cattivo e troglodita, diventa difficile spiegare come mai, con tanti ingegni illuminati e ricchi di sensibilità sociale che ci governano, i vostri figli compiono domani 35 anni e non hanno ancora trovato il mezzo di mantenersi da soli.
Sarò mica colpa di Emilio Fede?
S. Del Giudice