Tiziano Panconi racconta di Tommy e l’Arte dei Cervelli Ribelli, il loro nuovo film su Sky il 2 aprile, giornata mondiale dell’autismo
Il significato della parola comunicare ci ricorda che due o più soggetti possano interagire fra loro, rendendosi co-partecipi, gli uni con gli altri, in termini di sentimenti, emozioni e conoscenza. I canali della comunicazione sono pressoché infiniti: non limitandosi infatti alla sola parola parlata o scritta, ma potendo utilizzare una molteplicità di espressioni alternative. Una delle più interessanti è certamente l’arte. Parliamo di questi aspetti con un esperto del settore, lo storico dell’arte Tiziano Panconi (scopri), recentemente nominato dalla Fondazione Ferrara Arte, direttore del “Comitato di studio per le celebrazioni del novantesimo anno dalla morte di Giovanni Boldini” che ricadrà nel 2021, il cui presidente è Vittorio Sgarbi), il quale ha voluto sottolineare quale tipo di risorsa, oggi più che mai, costituiscano i linguaggi visivi, soprattutto per persone con sensibilità particolari, come gli autistici.
Chi è autistico o è portatore di diverse virtuosità – ci dice Tiziano Panconi – si avvantaggia maggiormente dell’arte quale forma espressiva primaria, proprio perché questa – e la pittura specialmente abbracciando infiniti generi – non ha di per se regole rigide come la grammatica, costituendo una possibilità comunicativa che può coinvolgere alternativamente tutti i sensi, o anche uno soltanto in particolare. L’attività creativa o artistica, in ogni sua espressione, si svolge in uno spazio ideale inesauribile, aperto, senza perimetri o confini; il terreno perfetto su cui muoversi per chi soffra di disturbi come l’autismo, l’ADHD, attentivi o neurologici in generale.
Le arti figurative dunque quale luogo mentale, privo di barriere, in cui chiunque può esprimersi liberamente.
Ma qual’è la disciplina che secondo Panconi è più adatta all’espressività di soggetti autistici?
“Non ce n’è una in particolare, proprio perché, in linea di principio, si può fare arte utilizzando una molteplicità di linguaggi differenti, alcuni dei quali non necessita di una profonda conoscenza del disegno, dell’anatomia o di particolari competenze, soltanto di senso compositivo: vale tutto e il suo contrario! Pensiamo alle performance di Marina Abramovic o agli spot painting di Damien Hirst.
Ognuno percorre la sua strada, guardando avanti verso un personale orizzonte e tanto più l’immaginazione corre, tanto più questo orizzonte sarà proiettato oltre i confini della conoscenza, verso destinazioni visive ignote.
Nello specifico Panconi si riferisce ad un giovane artista romano, Tommy Nicoletti, la cui storia tra autismo e arte sarà raccontata in un film realizzato per SKY (per la regia di Massimo Sbrolla; direttore esecutivo Alessandro Ferrada) in uscita il prossimo 2 aprile dal titolo “Tommy e l’Asta dei Cervelli Ribelli”, pellicola in cui anche Panconi reciterà, nel ruolo di sè stesso.
Alla proiezione del docufilm seguirà, il 7 maggio, l’asta battuta dalla Cambi Aste di Milano di “oggetti fuori dall’ordinario”, dove saranno passati al martello anche alcuni dipinti di Tommy, fra i quali una suggestiva tela realizzata a quattro mani con Omar Galliani, grande maestro del disegno e interprete fra i più noti, di un sofisticatissimo spiritualismo onirico contemporaneo.
Anche Tiziano Panconi soffre, fin da piccolo, di un disturbo dell’attenzione – l’ADHD, una patologia poco conosciuta, difficile da diagnosticare – che tuttavia non gli ha impedito di diventare un brillantissimo “cervello ribelle”.
“Con gli anni ho naturalmente imparato a convivere con questo disturbo, anzi posso dire di averlo in gran parte superato, avendo ormai da molto tempo compreso quali fossero le mie “accidentali” potenzialità e quali i mei ingombrantissimi limiti, nella fattispecie riguardanti l’attenzione in gioventù e la memoria adesso. Rievocare dati, date e nomi e per me un esercizio difficile che non sempre riesco a condurre a termine. Un po’ come un cassetto dove è archiviato tutto il passato che si apre però, non a mia richiesta ma capricciosamente, a suo piacimento.
Provvidenzialmente posso tuttavia contare su una anomala memoria fotografica – riguardante unicamente i dipinti che ricordo limpidamente a decine di migliaia, in ogni loro particolare – sviluppata probabilmente proprio a compensazione di questo deficit strutturale del cervello e in parte funzionale anche a riordinare, attraverso le immagini, il passato e la memoria quotidiana.
Tornando a Tommy, Tiziano Panconi ci racconta cosa lo caratterizza come artista, anche al di là del suo autismo:
“Tommy è il figlio d’arte di un famoso giornalista, Gianluca Nicoletti (Radio 24, La Stampa) – anch’egli “cervello ribelle” e affetto da un lieve spettro autistico, che combatte la sua battaglia perché il ragazzo oggi ventiduenne, dopo di lui abbia un futuro e non sia rinchiuso in un’istituto. Tommy parla poco, ha lo sguardo perso nel vuoto, eppure ha trovato nella pittura una eccezionale possibilità di riscatto.”
Questo giovane artista esibisce una singolare unità di linguaggio, una originale cifra espressiva che rende tutte le sue opere immediatamente riconoscibili. Tommy ha un suo stile.
“Dipinti come profonde registrazioni visive, non di quanto visualizza otticamente ma di ciò che scava nel proprio “Io” – di uno stato emotivo ambientale – capaci, attraverso un sismografo calato nell’abisso della sua anima celeste di eterno bambino, di avvertire e vacillare di fronte a qualsiasi impercettibile scossa emozionale e perciò costretto a rifugiarsi nei rassicuranti perimetri delle sue marcate forme monolitiche”.
Tommy è la testimonianza dell’umana intima necessità di raccontarsi, dalla quale è come tutti noi sopraffatto e che l’arte può essere un linguaggio davvero universale, icona di libertà. Il 2 aprile ricorrerà la giornata mondiale dell’autismo…
W Tommy e tutti i cervelli ribelli!