Ricordo di aver conosciuto Laura Corre una sera a cena, una decina di anni fa, in un ristorante di montagna. Eravamo seduti accanto in una tavolata di amici artisti e parlammo un po’. Non ricordo se ancora avesse iniziato a dipingere così intensamente, ma ricordo i suoi occhi: emanavano curiosità. Curiosità della vita, che traspare in ogni domanda che le ho fatto. Curiosità della vita insita e rinnovata dopo quello che le è successo dopo il nostro incontro.
Laura Corre: una donna artista che sta trovando la sua strada e che probabilmente l’aveva già trovata da sempre.

Chi è Laura Corre?
Sono stata concepita da una giovane coppia di operai emiliani di origini contadine emigrati negli negli anni 70 in Valdinievole. Figlia unica perché da piccola non volevo fratelli o sorelle, ma una scimmia (che non ho ancora avuto) a tre anni mi rompo la testa sul rubinetto del bidet e a questo incidente faccio risalire tutte le mie stranezze. A sei anni ho già le chiavi di casa e fantasia creativa: passo molto tempo da sola nella mia camera a scrivere storie, disegnare illustrazioni e inventare giochi per “i bimbi di via Garibaldi”. Avrei voluto nascere Janis Joplin, ma essendo stonata senza rimedio, mi accontento del mood e quando non sono a studiare, passo in centri sociali, concerti e pub gran parte della mia adolescenza. A diciassette anni sono a Norimberga in una casa di legno a tre piani a mangiare crauti e imparare il tedesco e a venticinque giro gli Stati Uniti in low budget dormendo nei peggiori ostelli, mangiando hamburger a pranzo e zuppa cinese a cena per tre mesi. Continuo a coltivare la mia passione per le immagini e le parole e nel 2000 mi laureo in Lingue e Letterature straniere (con 110 e lode, ma ahimè senza bacio accademico).In seguito ho accolto turisti in hotel di lusso, insegnato lingue, collaborato all’organizzazione di importanti eventi culturali e mostre d’arte viaggiando soprattutto in Oriente.
Finalmente da qualche anno la pittura è la mia attività principale.

Da quanto lavori nel mondo dell’arte? Cosa ti ha spinto a fare l’artista?
Hai presente la frase “La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola”? Ecco, questa è la mia seconda vita.
Ho deciso di provarci davvero quando ho realmente capito di avere solo una vita, dopo aver sfiorato la morte in seguito ad un’emorragia cerebrale, nel 2009. L’arte è sempre stata presente nella mia vita come passione per la scrittura, la fotografia e la pittura. Il mio percorso è iniziato con la scrittura di poesie e racconti, poi ho cominciato a sentire che avevo bisogno di immagini oltre che di parole… Nel 2001 mi innamorai di un dipinto (un volto di donna, appeso in un locale della zona) che scoprii poi esser stato bruciato come si bruciano le streghe: le parole non mi bastarono più per descrivere il mio stato d’animo e cominciai a dedicarmi sempre più alla pittura nella speranza di poter ridar vita a quel volto di cui resta un ricordo sfocato nella mente.

Sono fondamentalmente autodidatta, anche se ho seguito alcuni corsi di disegno, scultura, fotografia e videoarte…
A chi ti ispiri o quali sono gli artisti che ti piacciono in particolar modo?
Nessuno in particolare, se non in maniera inconsapevole. Penso che la mia arte sia la somma di tutte le mie “fisse” storiche, nei vari ambiti artistici…Giacomo Leopardi e Charles Bukowski, Nirvana e Luigi Pirandello, Toni Morrison e Jim Morrison, Tiziano Terzani e Quentin Tarantino, Bjiork e Milan Kundera, Lars von Trier e Frida Kahlo, Lucien Freud e Marlene Kuntz, Dino Valls e Nada, James Joyce e David Hockney, Felice Casorati, Donghi…

Usi solo la pittura per esprimerti? Prediligi qualche tecnica o soggetto particolare?
Immagini e parole sono per me nutrimento e stimolo: la curiosità mi ha spinto a provare un po’ di tutto (dall’assemblage all’illustrazione digitale, dall’argilla ai video, collage, ricamo, pirografia……) ma la fisicità del pennello e dei colori resta per me un piacere ineguagliabile. Sono una pittrice figurativa, dipingo prevalente olio e acrilici su tela.

Al centro della mia ricerca c’è il mondo femminile e le sue molteplici sfaccettature. Ritraggo donne nella loro intimità, nude fisicamente o denudate psicologicamente. Il mio fulcro d’interesse è indagare ciò che va oltre il corporeo, l’impossibile impresa di penetrare la nostra l’interiorità o quella degli altri. Possiamo sfiorarla, avvertirla ma comprenderla a fondo no. Ci sono moti interiori che lasciano trasparire un flebile bagliore attraverso lo sguardo, i movimenti o le parole. Per questo mi interessa la gestualità delle mani ad esempio.
Lo stesso interesse lo provo verso lo “stato d’animo” di alcuni luoghi o oggetti…in quegli allineamenti spazio-temporali che portano delle vere epifanie.
Quali sono i tuoi progetti artistici o le opere in cui più ti riconosci e perché?
Ho vari progetti in corso. Una serie di dipinti ritrae donne immerse in ambienti domestici o in spazi vuoti che si esprimono attraverso la gestualità delle mani o allo specchio, come simbolo di ricerca di riflessi di sé nel mondo.

Altri progetti in corso: la serie di “bouquet floreali filosofici”, il mio modo di “eternizzare” i fiori nell’arte, realizzati con tecnica mista e presentati al momento da una galleria di Lucca; la serie “libri”, in cui i volumi dipinti vengono rappresentati in contesti diversi; il progetto di dipinti “street scene” basato su mie fotografie scattate durante i miei viaggi…
Un altro progetto a cui tengo molto è “#quellache. Storie vere di donne contro i pregiudizi”.
E’ un progetto artistico ma allo stesso tempo sociale, culturale e politico nel senso più ampio, perché parla di stereotipi di genere e pregiudizi, consapevolezza interiore e agire quotidiano. Nato nel marzo 2018 con una prima mostra nel Municipio di Montecatini Terme nella quale erano esposti dieci ritratti di donne con le loro storie. Nei mesi successivi attraverso altre mostre, il blog e il passaparola sui social, tante donne mi hanno contattato per essere ritratte. Accolto con successo nella sede del Consiglio Regionale della Toscana a Firenze, con il patrocinio della Commissione delle Pari Opportunità per la Toscana, dove erano esposti 24 ritratti, al momento siamo alla 5° tappa a Carmignano e a 25 ritratti. Ne è nato un libro catalogo la cui vendita, insieme a raccolte fondi durante le inaugurazioni, mi ha permesso di contribuire a sostenere associazioni contro la violenza sulle donne o per la ricerca contro il tumore al seno.
Potrei direi che riconosco una parte di me in ogni progetto e ogni mia opera perché ogni ritratto o autoritratto, o natura o architettura, rappresenta questa mia ricerca di frammenti del sé oltre il corporeo e tangibile.

Domanda UAU: Qual è il tuo libro preferito, il tuo cibo preferito e il tuo luogo preferito?
Impossibile scegliere un solo libro! Amo i libri profondamente e a loro, come dicevo prima, ho dedicato una serie di opere, tra cui “il mio autoritratto in libri”…ovvero i libri che più hanno influenzato il mio pensiero. Tra questi “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera.
Per quanto riguarda il cibo, adoro la cucina Thai, in particolare la zuppa Tom Yum !
Il mio luogo preferito è il mio studio quando sto per cominciare un nuovo dipinto, il giardino di casa mia in una giornata di sole, l’inizio di un viaggio in una nuova città in un altro continente, o quando sto attraversando il sentiero sabbioso tra l’elicriso che mi porta al mare. In definitiva, il mio luogo preferito è quello stato d’animo di curiosa attesa in cui qualcosa sta per compiersi.

Filippo Basetti per UAU TALENT
Per sapere di più su Laura Corre: www.lauracorre.com
LAURA CORRE su Facebook www.facebook.com/lauracorreartist