Cultura

Anche ad uno Stones è permesso di morire

Charlie Watts
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Per scrivere queste righe, lo ammetto, mi sono dovuto fare forza. Si, perché questo, il pezzo in cui parlo della morte di Charlie Watts, cioè di uno Stones, era esattamente quello che non avrei mai pensato di scrivere: come può essere che uno Stones muore?

Charlie Watts

Si, ok, era già successo a Brian Jones, ma era tanti anni fa e poi era tutta un’altra storia. Ormai ci eravamo abituati a vedere il ghigno di quei quattro bastardi nell’immancabile foto di gruppo e di postarli su Facebook ogni qual volta una rock star del tempo che fu passava a miglior vita: ‘e intanto loro ripartono per il tour mondiale’, scrivevamo, perché davvero David Bowie poteva benissimo essere un comune mortale, ma ‘loro’, i Rolling Stones, no. Loro erano loro, loro erano passati attraverso tutto e se guardavi il volto di Keith Richards, bruciato da ogni genere di eccesso, comprendevi che lui era riuscito a passare attraverso a tutto il resto. E invece no. Anche uno Stones può morire e poco importa se Watts era il più vecchio di tutti con i suoi 80 anni, perché ormai per tutti noi gli Stones non avevano età: esistevano e basta. Così, adesso, mi tocca aggrapparmi ad uno straccio di idea per scrivere qualcosa che non sia banale, sdrucciolo, in ultima analisi offensivo per quel condensato di cinica follia che sono stati i Rolling Stones ed il loro batterista, iconico ed allo stesso tempo maledettamente fuori dal coro per via di quel suo tocco da jazzista in gita scolastica, forte di uno stile minimalista che lo rendeva diverso da tutti gli altri ed allo stesso tempo così fondamentale per gli equilibri della band. Lui e Ron Wood, amici per la pelle del pirata Keith Richards con cui bilanciavano a colpi di estro e carisma l’ego ipertrofico del frontman Mike Jagger. Un casino chiamato Rolling Stones ed elevato a mito. Una linguaccia al buon senso ed alla ordinaria ipocrisia del quieto vivere.

Ma Charlie Watts era anche altro: era il pazzo sessantenne che andò a bussare alla porta di una sua ex per chiederle il permesso di poter uscire con la di lei figlia, poco più che ventenne. ‘Ad uno Stones è permesso tutto’ fu la risposta ed ora, mentre scrivo sotto la spinta di un tabacco latakia e di un buon rum agricolo, forse comprendo di essere vicino alla soluzione:

Se ad uno Stones è permesso tutto, allora perché non può essere permesso anche di morire?

Charlie Watts

Ci penso su e mi viene in mente un altro famoso detto: ‘quando ci sarà la catastrofe nucleare, sopravvivranno solo due forme di vita, ovvero i topi e Keith Richards’. Ho sempre pensato, a dirla tutta, di avere ottime chances di poter tenere compagnia a Keith e magari suonare con lui, ma adesso avverto che il mio umore sta peggiorando: dopo quanto accaduto oggi, l’idea di dover sopravvivere in un mondo di topi mi rende impercettibilmente nervoso.

I can’t get no satisfaction.

Stefano Del Giudice

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