Birmania: Centinaio, ok a dazi su riso birmano, democrazia mai disgiunta da mercato.
E’ il caso di rimarcare come spesso le importazioni di agroalimentare nel nostro Paese siano per lo più riferibili a merce su cui il ricarico riferibile al costo del lavoro è palesemente alterato verso il basso. Quando parliamo di democrazia, dunque, non si deve intendere un modello astratto, un format prefabbricato che il cosiddetto “primo mondo” pretende di imporre anche a chi possiede impostazioni culturali diverse, ma una attenzione speciale al problema del lavoro e della sua giusta remunerazione.
E’ giusto e corretto che il lavoro sottostante alla produzione di un prodotto valido e di qualità sia adeguatamente riconosciuto e pagato e nel caso di Paesi come la Birmania è assolutamente palese come un regime dittatoriale sia anche funzionale al mantenimento di una situazione di sottoretribuzione dei produttori.
Il mercato globale non deve essere la scusa per produrre al costo di un tozzo di pane, ma deve diventare una opportunità per chi realizza coltivazioni di qualità per vedere riconosciuto, apprezzato e gratificato il proprio lavoro.

L’Italia porta avanti da anni queste rivendicazioni per le proprie produzioni di eccellenza ed è in prima fila per vedere riconosciuto lo stesso criterio per tutti gli operatori, ma è anche convinta della necessità di difendere le condizioni di equità del mercato quando un regime, in forza di una concezione dittatoriale, pretende di alterare i costi dei fattori della produzione trasformando le sperequazioni interne e lo sfruttamento dei lavoratori in concorrenza sleale.
Di seguito la nota stampa ufficiale di ieri del Sottosegretario.
Roma, 8 mar. – “Dopo il colpo di stato in Birmania, è auspicabile che si lavori concretamente ad un ripristinino dei dazi sul riso importato dal paese asiatico verso l’Europa. Questa misura può rappresentare contemporaneamente uno strumento giuridicamente lecito di sanzione verso la giunta golpista e una difesa della risicoltura italiana che, negli ultimi anni, ha subito anche troppo le massicce importazioni di riso birmano di tipo Japonica. Libertà, democrazia e un mercato regolamentato sono aspetti mai disgiunti l’uno dall’altro di una comunità internazionale a cui tutti devono rispondere e che non può tollerare soprusi, abusi e scorciatorie”. Cosi Gian Marco Centinaio, sottosegretario di Stato all’Agricoltura.
