Cultura

Uomini e donne (ma senza De Filippi)

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Le pagine dei giornali sono invase dalla vicenda del figlio di Grillo indagato insieme ad altre tre persone per violenza sessuale di gruppo verso una ragazza conosciuta in vacanza. Al netto del Covid, delle beghe dei governi per insufficienza di prove e di poche altre cose, la cronaca di alta e bassa lega ci infesta i notiziari di una marea crescente di eventi a sfondo sessuale. Delitti, atrocità varie, episodi di depravazione che farebbero arrossire anche l’art dirctor di Pornohub.

Lo stupro (anche di gruppo) in modalità festino, ovviamente con alcoolici e coca, è il genere di notizia più frequente, mentre l’evergreen è rappresentato dall’omicidio dell’ex, seguito a ruota dai crimini in modalità seriale verso le prostitute.

Ancora più sconcertante è la reazione della collettività al fenomeno: anziché chiedersi il motivo di questa evidente degenerazione del costume, il pensiero dominante, il cosiddetto mainstreem, preferisce utilizzarla in chiave socio politica, sbattendola trasversalmente fra le pagine della politica e quelle della cronaca, e sfruttarla economicamente secondo il principio ormai dominante per cui la funzione dei media starebbe proprio nel trasformare in oro persino la m—a.

Quindi, mi ripeto, oggi le pagine dei giornali sono invase dalla vicenda del figlio di Grillo e dalle reazioni furiose suscitate dalla difesa di ufficio affidata dall’ex comico ad un video a metà fra il becero e l’inquietante e c’è poi anche la triste storia delle femministe di quartiere che blaterano sull’antica questione del femminicidio e della violenza con le donne, sollevando questioni indubbiamente giuste, ma viziate dalla delirante convinzione che la violenza e la prevaricazione siano più rilevanti se perpetrate verso il genere femminile.

Ma è così difficile arrivare a comprendere che la violenza e prevaricazione del prossimo sono esecrabili e assolutamente da condannare a prescindere di chi ne sia la vittima? E’ così difficile da comprendere che il “problema” non è infatti nella vittima ma nell’autore di tali crimini?

Mi viene il dubbio, sinceramente, che il vero dramma sia l’ostinazione di troppe teste di legno, che si ostinano a non capire oppure a non voler capire pur di usare qualsiasi genere di notizia per i propri fini, politici o economici che siano.

Questo avviene anche perchè l’opinione pubblica è ormai assuefatta a mode e modi di vivere che vanno dal trash al porno soft: il messaggio di molte pubblicità di case di moda non lascia dubbi: così come certe trasmissioni in cui personaggi malfamati e masfamati, in coppia ed in competizione con smutandate di varia origine, si adoprano in ogni modo per dimostrare che una buona depilazione e due tatuaggi dove il sol tace ed un ammasso di carni più o meno rifatte e plastificate possono essere un eccellente surrogato anche dell’istruzione obbligatoria.

Perchè alla fine, diciamocelo, la colpa è delle mode che cambiano: che colpa abbiamo se una volta il culo ed i genitali si portavano “dentro” le mutande? Oggi la moda dice che si portano “fuori” alle mutande e tutto il resto, come diceva un mio amico di Torre Spaccata , “so atti impuri”!
Con questo, intendiamoci, non voglio dire che una ragazza in minigonna va a cercarsi le molestie e quel che segue, ma piuttosto proprio il contrario, ovvero il fatto che questo spesso avviene perchè il messaggio che viene dato è che in un mondo in cui tutto è permesso, tutto si può fare ed i freni inibitori possono essere messi in soffitta. Del resto, a cosa servono i festini a base di coca ed alcoolici se poi non si chiude con il finale di gruppo? E non si può non meravigliarsi se poi, in questo clima di euforia erotica, la scelta della ragazza che si tira indietro non sia accettata né tanto meno presa in considerazione: chi comanda decide e, se a qualcuno non va bene sono fatti suoi.

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Capita però che le cose cambino radicalmente se il protagonista dello stupro è il coattone palestrato di turno, che finisce in una gabbia per essere mostrato come una bestia feroce al cospetto di femministe altrettanto feroci in quanto affamate di notorietà, o se invece si tratta del fondatore di Facile.it o del figlio di un “illuminato”, tale Grillo, profeta di un movimento politico: si, perchè questi ultimi avranno comunque qualcuno che si produce in una temeraria e ben pagata difesa di ufficio, svicolando in modo penoso (e non potrebbe essere altrimenti) fra alibi e luoghi comuni di ogni genere.

Il fatto è, cari signori, che il pesce puzza sempre dalla testa e se la testa concepisce un mondo fatto di libertà ad ogni costo, di soldi che possono comprare tutto e tutto il resto, di costumi che vanno oltre la media concezione della sessualità come se fossero uno status di vippaggine, le cose non cambieranno mai, perchè il popolino sarà portato per emulazione e mancanza di cultura, a riprodurre quei comportamenti, quantunque censurabili, per illudersi di essere quasi libero ed un po’ meno sfigato.

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Scena de “La Grande Bellezza”

Sarebbe meglio, dunque, guardare in faccia alla realtà e comprendere che le cose non si risolvono né buttandola in politica né in sociologismi di maniera, perchè anche la glorificazione della vittima, per quanto ipocritamente nobile, non ne cura i traumi e soprattutto non salva le vittime di domani.

Puoi chiamare un omicidio “femminicidio”, puoi farci sopra campagne e manifestazioni di piazza, ma alla fine sempre di omicidio si tratta e soprattutto, quel che più conta, resta l’ombra sinistra di un boia, di un presunto forte che pretende di opprimere ed umiliare un presunto debole, che sia uomo, donna, bambino o animale. Punto e basta, non c’è bisogno d’altro.
Rimane quindi un punto fondamentale, cioè la vera essenza del problema: prima che uomini e donne siamo e rimaniamo persone, con un cervello, un vissuto, una educazione.
Ciò che succede dalla cintola in giù è mero sessismo, roba che va bene per il trono di Uomini e Donne, ma non per il progresso e l’evoluzione di questa misera comunità di ominidi, naufragata ad ovest del buon senso ed a sud di You Porn.

Stefano Del Giudice

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