La storia di Lisa Montgomery è la storia di un crimine particolarmente efferato, una storia di quelle che lascia un po’ più di un attimo sul limbo del capogiro e del disgusto, una storia che peraltro ha dell’incredibile per la normalità dei modi, per come si svolge: chiunque poteva trovarsi ad aprire la porta a quella innocua malata di mente in cerca di un cucciolo di cane.
Si tratta di una storia che pare terminare con l’epilogo che merita, ovvero con la pena di morte del mostro, perché di un mostro parliamo; parliamo di una donna che seppur con un passato tormentato e fatto di abusi ha commesso qualcosa di inconcepibile per l’essere umano.
Ma approfondiamo i dettagli.
Siamo in Missouri, Lisa Montgomery, che oggi ha 52 anni, nel dicembre del 2004 annuncia ai conoscenti e alla famiglia di essere incinta, nonostante abbia subito una procedura di sterilizzazione anni prima. Pochi mesi dopo si reca a casa di Bobbie Jo Stinnett, ventitreenne in dolce attesa, con la scusa di voler adottare uno dei cuccioli di cane di rat terrier che lei ha pubblicizzato online. Una volta in casa, Montgomery, attacca la signora incinta di otto mesi e la strangola fino a farle perdere conoscenza. Poi con un coltello da cucina tenta di tagliarle l’addome per estrapolare il feto con l’obiettivo di prelevare la piccola che tiene in grembo, rapirla per poi fingere di essere la madre. Ma Stinnett si dimena e reagisce, le due donne lottano, alla fine Lisa uccide la povera ragazza portando con se la neonata e riuscendo a fuggire.
Il giorno seguente la polizia fa irruzione nella sua fattoria, a Melvern, in Kansas. La Montgomery si trova in poltrona con la bambina tra le braccia.
Una dinamica quindi perversa segno di una infermità di mente manifesta. Gli avvocati della donna hanno presentato prove e referti medici dei danni cerebrali della donna, certamente frutto degli abusi e dei soprusi subiti quand’era una bimba. Gli abusi da lei stessa subiti per tutta la vita (sia da piccola sia da adulta) l’hanno resa un mostro, un essere psichiatricamente pericoloso e non pienamente responsabile delle proprie azioni. Una situazione che sulla carta, visto che lei stessa ha ammesso la piena responsabilità del crimine che ha commesso ed è cosciente di meritare la condanna a vita, dovrebbe evitarle la pena di morte per manifesta incapacità di intendere e di volere.
Ciò nonostante Lisa Montgomery sarà condannata a morte in USA con iniezione letale e sarà la prima detenuta in un carcere federale a essere giustiziata in quasi 70 anni, unica donna attualmente nel braccio della morte nel Paese. L’esecuzione avverrà 12 gennaio 2021.

Un soggetto del genere a mio avviso non potrà mai essere restituito sano di mente alla società civile… non esiste una riabilitazione per una persona così malata e deviata, dunque il carcere a vita, in un paese civile, sarebbe l’unica delle opzioni contemplabili.
E riguardo alla pena di morte solo una riflessione: questa soluzione (se così la vogliamo chiamare) non riporterà in vita quella giovane donna la cui vita è stata atrocemente spezzata, né il tredici gennaio né mai, e renderà le nostre società solo un po’ più barbare di quanto già non siano oggi…
La sentenza verrà eseguita nove giorni prima dell’insediamento del neo eletto Biden, che si è distinto per l’impegno ad abolire la pena di morte federale; quindi a meno non vi sia una grazia dell’ultimo momento, il destino della Montgomery sembra segnato.