“Oscar Ghiglia. Gli anni di Novecento”, a cura di Leonardo Ghiglia, Lucia Mannini e Stefano Zampieri, è la mostra ospitata dal 7 aprile al 13 settembre a Palazzo Medici Riccardi a Firenze.

Artista livornese sceglie Firenze come città per sviluppare la sua vena artistica. Tenendo sempre a mente gli insegnamenti di Giovanni Fattori, ma con una voglia di sperimentare e creare. Come ad esempio respirare la pittura innovativa di Cézanne , che possiamo cogliere l’omaggio al grande pittore francese nel quadro in esposizione: “Cesto con arance”.

Oscar Ghiglia si avvale di tutto ciò che lo circonda , maturando una qualità estremamente alta a livello pittorico. Creando un alta produzione di opere durante il Novecento.
In esposizione una cinquantina di opere provenienti da prestigiose collezioni private.
La prima sala, si apre con l’”Autoritratto” dell’artista del 1920, sala che si concentra sugli anni di sviluppo creativo dell’artista.
Dopodiché Ghiglia si imporrà in maniera esemplare dipingendo le sue splendide nature morte, che io definisco “viventi”, quando le osserverete capirete il motivo.
Proseguendo nella seconda sala conosciamo un Ghiglia dal gusto profondamente classico.
Nella terza sala permane un attento sguardo al nudo femminile, dal disegno minuzioso e dalla composizione cromatica che anima i soggetti da lui ritratti.

La mostra si conclude con le ultime due sale che aprono uno scenario enigmatico di Ghiglia, un artista che a primo impatto sembra metodico, ma poi ci meraviglia con le sue opere che ci ammaliano da quanto sembrano essere animate.

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Ti aspetto, a breve con il mio prossimo articolo “FACCIA A FACCIA con gli affreschi della Cappella Brancacci“