Si dice sempre che l’uomo è un “animale sociale”, nel senso che anche noi come genere apparteniamo al mondo degli animali per provenienza di specie, e che ci siamo evoluti attraverso l’interazione con i nostri simili. Con la Pet Therapy il cane aiuta l’uomo a capire il mondo che lo circonda.
Come noi umani, anche gli animali hanno sistemi d’interazione sociale tra loro, ma non solo.
Ci sono delle specie, in particolare quella canina, che hanno la capacità di essere altrettanto sociali, soprattutto nel dialogo con l’uomo. Ben inteso, questo dialogo non sarà sicuramente di tipo
verbale, ma è una forma di linguaggio che va oltre la parola, che tocca cuore e mente in maniera particolare e indissolubile. L’interazione tra cane e uomo è un legame che aiuta entrambi, forse soprattutto l’uomo, a stare meglio e a conoscere l’altro in un sistema di fiducia unico.
Ma come si instaura un rapporto uomo-cane così potente?
Quali sono le cose che un cane può insegnare all’uomo e quali invece i livelli di comportamento canino, che aiutano l’essere umano a trovare un equilibrio?
Lo abbiamo chiesto a due esperte di Pet Therapy che da anni si impegnano nel settore dell’addestramento canino e di questa disciplina che finalmente, dopo tanto tempo, ha un suo schema ed è stata riconosciuta a livello internazionale, come IAA (Interventi Assistiti con Animali): Silvia Corradini e Michela Cargioli.
“Quello della Pet Therapy, nello specifico il lavoro svolto dal nostro staff della Scuola Delfino e del Rifugio Valdiflora, è un progetto che ci dà la possibilità di insegnare al singolo o ai gruppi come interagire con l’ambiente che li circonda ed imparare a gestire il rapporto con gli altri – dice Corradini.”
“Il cane insegna tanto all’uomo – racconta Michela Cargioli – tanto quanto l’uomo è disposto a dare al cane stesso. La relazione fra cane e uomo è fatta di tanta complicità, divertimento, ma anche di conflitto, senza però che l’uomo e il cane si scontrino in maniera violenta. Nei processi di educazione reciproci, talvolta il cane mette “in crisi” l’addestratore, poiché il cane è molto genuino e ricorda il comportamento di un bambino.”
Sia Silvia che Michela lavorano al progetto della Scuola Delfino di Pescia (PT) presso il Rifugio Valdiflora, gestito dall’Ing. Diego Corradini. La Scuola in particolare, dopo dieci anni d’esperienza, promuove la valorizzazione del benessere animale, investendo sulla diffusione delle conoscenze in ambito cinofilo.
Michela con Malibú e Gas ci raccontano la loro storia.
“Il comportamento del cane è acceleratore e facilitatore di emozioni – continua Michela. Il cane non giudica e studia l’uomo su parametri diversi: fiuto, contatto e sguardi. La comunicazione fra cane e uomo è più istintiva, e quindi non verbale, pertanto ci riporta ad essere bambini in sua compagnia. Il cane trasmette un’intensa emozione, fornisce tranquillità e aiuta a migliorare l’umore in momenti di maggiore stress. Su questi principi si basa la Pet Therapy, disciplina per cui nel 2015 sono state istituite le linee guida nazionali con un iter ben preciso per la terapia. La Pet Therapy interviene in varie tipologie di applicazioni: scuole, asili, ospedali e case di riposo.”
“Pet Therapy non è addestramento – dice Silvia. Pet Therapy significa mettere in contatto le persone con l’ambiente che le circonda, un contatto in cui il cane è un “ponte”; funge da “specchio” per situazioni reali. Ad esempio, se il gruppo con cui lavoriamo è un gruppo di bambini e il progetto è di tipo ludico destinato all’impatto con la diversità, le attività del percorso formativo vedranno protagonista il cane come metro per imparare a rispettare chi è diverso, per arginare per esempio sviluppi di un potenziale bullismo nelle scuole o atteggiamenti negativi verso le minoranze etniche, per insegnare ad essere complementari e non divisi dalla diversità”.
Questo è solo un esempio di cosa può fare la Pet Therapy
Si pensi ad esempio agli anziani, che molto spesso non sono intenzionati a muoversi per problemi di handicap, oppure per mancanza di stimoli positivi; la presenza del cane, di un animale che cerca il loro contatto, li sprona a muoversi e può rappresentare l’elemento di spinta che alleggerisce la pesantezza dei compiti che l’anziano deve svolgere e li rende meno noiosi. Un legame vero, basato sulla fiducia, una fiducia che è reciproca e si costruisce con il tempo.
“È bene ricordare che siamo educatori quando svolgiamo attività di Pet Therapy – continua Silvia. C’è un grande rispetto tra cane e coadiutore, ognuno capisce le esigenze dell’altro, ci studiamo a vicenda ed è nostro dovere seguire la natura del cane, mantenendola. Sono anche loro animali
sociali che cercano il contatto e che ci aiutano ad aiutare gli altri a capire il mondo e se stessi, perché il cane ti ascolta senza giudicare.”
Ci raccontano Silvia e il suo cane Scout.
La Squadra della Pet Therapy di Scuola Delfino è composta da: Michela Cargioli con Malibú e Gaspar Coadiuture ed Addestratrice cinofila Enci; Silvia Corradini con Scout Coadiutore ed Addestratrice cinofila Enci; Anastasia Pelliccia con Sun Psicoterapeuta, coadiutore, Referente e Responsabile di progetto; Anna dalle Luche con Alberto Coadiutore, addestratrice cinofila Enci, Educatrice professionale, referente e responsabile; Ilaria Mati con Trilli coadiutore e addestratrice cinofila Enci; Grazia Solci con Scott coadiutore, addestratrice cinofila Enci, educatrice professionale, referente e responsabile; Rachele Corradini con Ring e Skin coadiutore e addestratrice cinofila Enci; e ultimo ma non per importanza Diego Corradini, addestratore cinofilo Enci, preparatore cinofilo, coordinatore della Scuola e il CT (commissario tecnico) del team della Scuola Delfino degli Interventi Assistiti con gli animali (Pet Therapy)
Articolo scritto a 4 mani in collaborazione con la dott.ssa Giulia Gianfilippo
Ci siamo già occupati di questo argomenti nel precedente articolo sulla nostra rivista: https://uaumagazine.com/articoli-sul-benessere/quanto-e-come-il-nostro-cane-ci-puo-aiutare-in-questo-momento/giornale-online
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