Cultura

Tu sarai per me la persona più importante, l’unico giudizio che mi si poserà sulla pelle

l’unico giudizio che mi si poserà sulla pelle
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Scritto da Irene Pagnini

Credimi, non è così facile amarsi, capirsi e riuscire ad apprezzarsi. Mi sono sempre nascosta al mondo, soprattutto a me stessa, crescendo dentro ad una gabbia che mi impediva di poter essere ciò che volevo. Correvo piano, mi muovevo a scatti e non accettavo; ho aspettato per anni in silenzio il momento che avrebbe posto la parola fine. Quel momento mi sembrava lontanissimo e speravo fosse la mia rinascita. Adesso ti scrivo, a te che sarai per me la persona più importante, l’unico giudizio che mi si poserà sulla pelle.

Volevo da gazzella diventare leone.

 l’unico giudizio che mi si poserà sulla pelle

Mi sono sempre nascosta dentro alle felpe larghe, ai capelli arruffati e al volto struccato. Sbagliando mi sono sempre sentita diversa pur sapendo che oltre a me c’è un mondo vasto e che l’essere umano è unico nel suo genere. 

“Metto in parole le mie insicurezze con la consapevolezza di dover cambiare dentro. Mi metto a” nudo”, per la prima volta, senza fingere. Grido e urlo metaforicamente questo pensiero che mi assilla da sempre, per vedere se una volta per tutte riuscirò a dire – questa sono io e mi vado bene!-”. Questo lo scrivevo qualche anno fa. Oggi tutto questo è nulla, banalità. 

Mi manca l’aria se ti penso, se mi penso in una veste che oggi che non conosco. Io, lo sport, il sudore che mi bagnava la fronte, la fatica che mi dava soddisfazione, l’iperattività di cui tanto mi vantavo, il cibo light, i pantaloni 38 a vita alta. Io che per te, chiunque tu sia, sto lasciando andare, con fatica, la persona che ero, le convinzioni che avevo per scoprirmi nuova, per trasformarmi da ragazza e mamma. La tua mamma. 

Tu mi accetterai così, la tua mamma per te sarà “normale”. E tu sarai per me la persona più importante, l’unico giudizio che mi si poserà sulla pelle. 

Io e il tuo babbo amiamo la natura e gli animali, arrostire al sole per ore su spiagge deserte. Siamo due creatori di idee, ognuno a suo modo. Tu sei un’idea che mentalmente abbiamo creato mille volte: ci immaginavamo la vita con te, la nostra casa, che è uno zoo, con un “animaletto” in più. Sei ancora così piccolo, ma hai dato una scossa a tutte le nostre vite… e forse ancora questo è niente.

Sono incinta da 18 settimane. Quando ho fatto il test ero quasi convinta che fosse il solito risultato da buttare nel cestino dell’indifferenziata da dimenticare. Mi ricordo una me in palestra, che pedalava veloce, sudata assalita dalla nausea. So di per certo che ciò che ho fatto dopo (andare in farmacia e comprare un test) non sono stata io a deciderlo; è stato come se qualcuno o qualcosa avesse la guida del mio corpo, io ho soltanto obbedito. 

 l’unico giudizio che mi si poserà sulla pelle

Insomma di li a poco ho scoperto che c’eri: dentro di me un minuscolo punto invisibile. 

Ho avuto le nausee per i primi tre mesi ed è stato faticoso, pesante. Ma sono disposta ad accettare e aspettare. Mi distraggo pensandoti, cercando di immaginare il tuo volto sovrapponendo le parti che più mi piacciono del babbo e le mie.

La cosa veramente bella è che sto imparando ad aver pazienza. 

Io che sono una da “tutto e subito”, mi sto godendo questo attimo insieme a te. 

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