Riporto per esteso l’intervento della Senatrice Barbara Masini sul DDL ZAN oggetto di discussione in questi giorni al Senato.
La Barlusconiana Barbara Masini non ha partecipato al voto sul DDL ZAN che chiedeva la sospensiva della norma, istanza avanzata anche dal suo partito.
“Colleghi,
oggi siamo qui a discutere di una legge che non parla di gestazione per altri, di adozioni, di teoria gender o di altre situazioni che ho sentito nominare in quest’aula. Parla di una cosa molto semplice come ampliare le fattispecie dei crimini di odio ANCHE alle discriminazioni e agli atti di violenza compiuti in ragione del sesso, del genere, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere di una persona.
Si chiede quindi di ampliare la norma, e fra l’altro solo nella parte relativa all’istigazione alla violenza e NON anche alla propaganda, come è già per i crimini dovuti a motivi di razza, etnia, nazionalità e religione.
Il tema dell’omolesbobitransfobia e di altre discriminazioni, è un tema su cui il nostro Paese ha sacche di arretratezza gravi, e che non può essere negato o sminuito. Secondo Eurobarometro l’Italia, fra i paesi avanzati, è fra quelli dove la popolazione ha più difficoltà nell’accettare una società paritetica al punto da ritenere, in gran numero, che gli omosessuali non debbano avere gli stessi diritti degli eterosessuali.
Ed è dunque una questione questa, che non dovrebbe vederci schierati in opposte tifoserie ma impegnati ad agire per mutare lo stato delle cose.
ben consapevoli che i diritti e le libertà non sono affatto tutti uguali, e che i diritti naturali, ovvero la libertà di esistere, essere, vivere e vivere a pieno la propria esistenza senza paura, vengono prima del fatto che si possa sentirsi liberi di esprimersi al punto da minare l’altrui dignità.
La libertà dalla paura è la prima delle libertà, perché senza di questa, tutte le altre non sono fruibili, sono libertà vuote.
Quanto affermo era ben chiaro a John Locke, quando disse che vi era un limite di tolleranza verso l’intolleranza e che appunto la libertà non è priva di confini.
Non siamo infatti liberi di uccidere, non siamo liberi di rubare, non siamo parimenti liberi, dunque, di minare alla serenità e alla sicurezza dell’esistenza di un altro essere umano in virtù di un pregiudizio sulla sua natura.
E tutto questo è chiaro anche nella nostra carta costituzionale che enuncia nei suoi primi 12 articoli i PRINCIPI FONDAMENTALI della nostra Repubblica, e che all’ art 2 e 3 ci parla appunto dei diritti inviolabili dell’uomo, quali la pari dignità sociale senza alcuna distinzione, al punto “che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. L’art 21, circa la libertà di espressione, in ogni modo niente affatto minato, come già chiarito da numerosi costituzionalisti, seppur importante, viene dopo, molto dopo, gli art 2 e 3.
Data l’importanza delle tematiche in oggetto, dunque, sarebbe stato un bel segnale avere più condivisione da un lato e più mediazione
dall’altro.
Io credo che abbia sbagliato chi, in una fase iniziale, quando il ddl era alla Camera, ha scelto di tenersi fuori dal dibattito, talvolta
usando anche atteggiamenti pretestuosi o argomentazione palesemente inesatte, ma allo stesso modo credo oggi che sbaglia chi si ostina in posizioni di chiusura ad un ulteriore confronto delegittimandone le finalità.
Io penso che ci si debba provare fino all’ultimo, perché comunque la si voglia mettere, un ultimo miglio possibile per un tentativo di incontro c’è ancora. Non sto dicendo che porterà a un risultato, questo non posso saperlo, ma so che è necessario provarci, se davvero qui teniamo tutti ai diritti e non alle bandiere.
Rivendico in FI un atteggiamento costruttivo, anche nel lavoro in commissione già ai tempi della Camera, ma all’epoca l’eccessiva polarizzazione delle parti, dove non vi era stata l’apertura al dialogo che c’è stata qui, ha portato a un lavoro che non ne è uscito bene, prova ne è quell’articolo 4, da noi voluto, che forse è quello, secondo il mio parere, più critico della norma, più ridondante, più lacunoso e più insidioso.
In questo ramo del Parlamento è cambiato qualcosa, e finalmente sento anche un po’ meno nominare le statistiche a supporto di chi sostiene che si sta parlando di un “non problema”, per il basso numero di casi di violenza specifica denunciati;
E si sta iniziando a comprendere che tali dati non sono corretti, e che altri dati e statistiche ci dicono che purtroppo invece il nostro Paese è messo molto male a livello di tolleranza e rispetto, come già ho detto.
E ci dice la Polizia di Stato che questo tipo di reati e discriminazione sono in aumento e rispondono a caratteristiche di under reporting e under recording per cui sembrano meno di quelli che in realtà sono, per questo non sono rilevati dalle statistiche specifiche.
In sintesi: under reporting è la difficoltà della vittima nel denunciare l’aggressione subita per quello che è – per paura, vergogna e tanti altri motivi -, mentre l’under Recording risponde alla difficoltà per gli organi di Polizia di registrare il reato correttamente, anche qui per vari fattori e non ultimo perchè manca la norma specifica in cui catalogarli.
Quindi è proprio necessario occuparsi di ampliare il perimetro dei crimini di odio colmando un vuoto normativo.
I crimini di odio sono crimini specifici.
Chi ne è vittima lo è per quello che è e rappresenta con la sua identità di essere umano, non è una vittima per una casualità futile; il motivo è legato all’essenza, alla dignità, alla libertà di esistere di quell’individuo e alla comunità che rappresenta.
Il motivo è sostanza, è significante e infine… se si accetta che sia dedicato il 604 bis a motivi che esulano dalla natura dell’individuo, suppongo che lo si possa accettare anche per altro.
Va detto poi che alla vittima di umiliazione e discriminazione importa il giusto di sapere che vi sarà una pena più severa, quello che è davvero importante è altro, ovvero vivere in una società adulta, matura ed educata al rispetto.
La società civile è a maggioranza pronta e consapevole. Gli italiani infatti si dicono favorevoli a una legge di questo genere, addirittura anche a questa così come è, pur con tutte le criticità – alcune oggettive – e i timori che sono stati trasmessi loro. E fra questi italiani favorevoli, dato che i numeri non sono opinioni, ci sono anche elettori di cdx. Per il mio partito si parla del 48% di favorevoli. Saranno meno, saranno più, non è questo il punto; il punto è per me rispondere a chi voglia ritenere che una posizione come la mia, non sia propria di un certo elettorato, perché invece lo è.
Certo, ripeto, arrivare a un percorso più ampio e condiviso, limando alcune vaghezze, senza con ciò stravolgere l’impianto normativo, sarebbe auspicabile e l’atteggiamento di chiusura di chi ha imposto solo forzature non fa bene ai diritti né alla democrazia.
So però che, giunti a questo punto, sarebbe grande la sconfitta di vedere ancora una volta morire un disegno di legge che in 25 anni, tutte le volte che è stato tentato un iter legislativo, non l’ha terminato, affossato in uno dei due rami del Parlamento. – 25 anni che una comunità di persone è costretta a sentirsi figlia di uno Stato Minore e 25 anni in cui l’Italia indietreggia rispetto a posizioni di civiltà invece presenti negli altri paesi a noi fratelli per cultura e livello democratico, dove leggi come questa sono stati votate da
Governi di tutti i colori politici.
Quando capì di me mia madre mi disse: ho paura per te.

Tutti i genitori hanno paura per i propri figli, per il loro futuro, per la loro salute, per un incidente, per una casualità amara del destino, ma non tutti sono costretti ad avere paura per una società immatura che ritiene che tuo figlio o tua figlia possano e debbano essere un soggetto più vulnerabile per quello che è.
A voi tutti auguro di poter guardare negli occhi i vostri cari, quelli di oggi e quelli di domani, anche quelli che un domani magari saranno diversi dai vostri desideri, e poter dire loro: io, nel mio piccolo, ti ho protetto dalla paura.
Ringrazio la mia capogruppo Anna Maria Bernini, i miei colleghi Senatori e il mio partito, Forza Italia, per il rispetto che mi ha sempre dimostrato”
Barbara Masini su DDL ZAN
Ci siamo già occupati di questa tematica e a questo proposito si era espressa così l’Avvocato Aldrovandi:
