Il 25 Novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Noi ne approfittiamo per parlare di violenza sugli animali e della triste storia di Pilù (la cagnolina uccisa e seviziata 5 anni fa) intervistando Giulia Fiore.
Grazie anche all’intervento della psicologa Anastasia Pelliccia, Psicoterapeuta esperta negli Interventi assistiti con gli animali (Pet therapy) nell’equipe del Rifugio Valdiflora cerchiamo di capire di più!

A volte il maltrattamento fisico degli animali viene utilizzato come mezzo di violenza psicologica per creare una condizione dove ci sia controllo e potere da parte del maltrattante.
Una persona che sa essere violenta ed aggressiva con gli animali può esserlo anche con le persone.
Giulia, sicuramente io e te abbiamo una cosa in comune: amiamo gli animali! Prova a descriverti, chi sei?
Una cittadina, con un lavoro dignitoso, che paga un mutuo, le tasse, che ha fiducia nella giustizia e che nel tempo libero ha deciso di occuparsi anche di animali.
Sì, perché sono fermamente convinta che la crescita morale di un individuo si misuri da quanto rispetto ed empatia riesca a provare nei confronti di ogni vita. Indipendentemente dal corpo in cui essa dimori!

Giulia, è un argomento molto delicato ma credo che sia anche importante parlarne affinché storie come quella di Pilù possano non essere mai più viste né emulate.
Quali sono le emozioni e le tue caratteristiche che ti hanno spinta a scendere in campo per questa storia?
Il riuscire a mettersi nei panni degli altri.
E’ un’arma a doppio taglio: da una parte ti permette di rimanere un essere umano che riesce a provare umanità e misericordia. Mentre dall’altra ti annienta, perché il dolore che si prova quando si sente quello degli altri, come se fosse il proprio, è immane.
5 anni fa non è stata stuprata e uccisa Pilù, quella che era “solo” una cagnolina. E’ stato commesso un crimine che rinnega ogni decenza morale e che deve essere punito.
Ci siamo tenacemente battuti per questo processo. Di questo ringrazio i nostri avvocati Andrea Sbragia e Alberto Barni perché sono stufa di assistere a ingiustizie che si perpetrano davanti agli occhi di tutti impunemente.
Oggi Pilù, domani un bambino, il passo è breve.
Al posto di quel povero animale poteva esserci una bambina in quella stanza. Un’anima innocente alla quale infilare attrezzi di ogni tipo nei genitali, alla quale far ingoiare candeggina e limoni interi, da sbattere al muro più e più volte fino a lasciarla morta a terra.

Il 2 Novembre sei stata presente in Tribunale per il processo di Pilù, cosa hai provato?
Sete di giustizia. Uno Stato che non condanna, legittima. Affinché quanto successo 5 anni fa non capiti più a nessuno, umano o animale che sia. Quello che chiedo è semplice: solo la certezza della pena.
Sei alla guida della L.I.V. (Lega Internazionale Vigilanza Onlus) e fai parte della Consulta per gli affari animali. Cosa ti ha spinto a prenderti cura degli animali?
Da sempre ho ritenuto importante vivere per qualcosa.
Da sempre la mia vita è dedicata alla sostenibilità ambientale. Bisogna avere uno scopo nella vita. Bisogna “sentire” di voler vivere per qualcosa a questo mondo. Ecco, io tra tutte le battaglie, ho scelto questa.
Non sono né animalista né ambientalista: sono solo una cittadina che sente di avere a cuore il futuro del pianeta. Il motivo? Complice il mio lavoro, un lavoro che amo visceralmente. Il motivo me lo danno quelle centinaia di occhietti che ogni mattina incontro, occhi che meritano qualcuno che almeno provi ad offrirgli un futuro sostenibile.
La nostra associazione nasce 5 anni fa dall’idea di 10 amici che desidero menzionare. Alberto, Fabiana, Luca, Ilaria, Gianluca, Arianna, Alessandro, Eliana, Gaetano e Dimitri, con una passione in comune: l’ambiente e gli animali.
Ci ispiriamo alla cultura del rispetto e della legalità. I nostri progetti sono trasversali perché, grazie alla tutela animale, riusciamo a parlare ai giovani per diffondere in loro la crescita empatica, anche ai fini della prevenzione del bullismo.
Fondamentali sono i rapporti che durante questi 5 anni abbiamo intrecciato con le Amministrazioni e le forze dell’ordine. Infatti riteniamo che solo dall’unione di intenti di tutti gli enti sul territorio possiamo creare una rete di salvaguardia attiva nei confronti dei cittadini. Siamo una onlus atipica quindi, poiché non ci occupiamo solo di animali e ambiente.
Partecipando ad un bando della Regione Toscana, abbiamo deciso di devolvere la cifra ricevuta all’acquisto di tablet e portatili e fornirli in comodato d’uso ai bambini.
Senso di inferiorità, mancanza di empatia, insicurezza, fragilità. So che sei anche un’insegnante e quindi lavori con i ragazzi: secondo te come si potrebbero prevenire storie come quella di Pilù?
I bambini sono anime pure, che sanno ancora distinguere il bene dal male: basterebbe fornire loro buoni esempi, non serve altro. Bisogna che nei giovanissimi si valorizzi la cultura del rispetto. Serve che imparino ad assumersi le proprie responsabilità e sappiano valutare le conseguenze delle loro azioni.
Bisogna che riescano a provare empatia, così da superare i pregiudizi.
E’ importante sviluppare: resilienza e fiducia.
Perché starà a loro contribuire attivamente alla costruzione di una società sostenibile. Ai bambini dunque vanno dati esempi di giustizia e legalità.
Insegno alle medie e mi piace trasmettere agli studenti quella genuina e curiosità nei confronti delle scienze. Nessun virus potrà mai toglierci la speranza di andare avanti. In questo periodo particolare, insieme a tanti altri colleghi, stiamo cercando di continuare a nutrire le giovani menti di curiosità e conoscenza, sviluppando una scuola che sia veramente inclusiva e attenta ai bisogni della comunità.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Continuare a lavorare ogni giorno, insieme a molti altri, affinché cresca e si rinnovi in tutti una coscienza empatica, unica vera “arma” contro odio e violenza.
Stiamo attraversando tutti un periodo molto intenso sia dal punto di vista emotivo che fisico ma essere positivi aiuta molto. Cosa auguri a te, ai ragazzi e agli amici a quattro zampe?
Questa emergenza sanitaria ha reso deboli moltissime famiglie e con loro tantissimi bambini impegnati nella didattica a distanza. E allora ci siamo detti che, se vuoi che un bimbo da grande ami e rispetti tutto ciò che lo circonda, prenditi cura di lui oggi.
Fagli capire che l’empatia è l’unica “arma” da imbracciare. Ci siamo voluti quindi prendere cura di loro sperando che il nostro esempio oggi, li porti domani, a prendersi cura di chiunque abbia bisogno.
Che si possa un giorno vivere tutti insieme nel rispetto e che non si dimentichi mai che la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri.