Ci sono giorni spenti, lenti, bui. Giorni in cui i tuoi occhi guardano, i tuoi polmoni respirano e le tue mani afferrano, ma tutto accade senza la tua reale presenza. Si chiamano attacchi di panico: quando passano capisci che era la felicità della consapevolezza!
Voglio raccontarti, attraverso i miei sentimenti, e la mia serenità (di oggi), la mia esperienza con gli attacchi di panico. Ti voglio portare la mia testimonianza, ovvero che non si possono compiere azioni, ripetere gesti cercando di vivere… Si deve vivere bene oggi e solo oggi! Gli attacchi di panico sono così, quando passano poi ci ripensi e allora capisci che… era consapevolezza. Che stava bussando.
Vivere senza vivere, vivere di inerzia, di noia e monotonia fino a che non arriva buio, sia fuori che dentro e ti accasci, dormi e sogni un sorriso, un mare sconfinato che bagna una spiaggia bianca. E tu abbronzata di rosso porpora, con un costume blu e i capelli bagnati di sale, che vivi davvero. Capita di non aver voglia di muoversi, di spostare da una parte all’altra il proprio corpo, di non aver voglia di parlare, di ascoltare, di andare. Capita di vivere nella paura costante di mancanza d’aria, nella paura di soffocare e cadere a terra e accasciarsi senza controllo.
Chi ti aiuterà? Si accorgeranno di te? Ti salverai?
Ogni ora che passa si porta con sé la paura costante ed incontrollata della morte. Il cuore che scalpita, il respiro che scarseggia e riesci solo a pensare che è finita perché ti stai “spegnendo”. Capiterà di non sentire più niente, di provare un dolore latente e fissare il mondo davanti a te come un grosso punto nero. Capiterà di non voler scendere dal letto, di non voler uscire di casa, di non voler mangiare. Ma la colpa è SOLO dei nostri pensieri imponenti che ci fanno credere che tutto, il tanto che abbiamo, in realtà è quasi nulla. Quando passa poi ci ripensi e allora capisci… era consapevolezza che non avevi il coraggio di accogliere.
Ti senti un’ombra senz’anima e le tue domande senza risposta galleggeranno con te. Ripensi alla tua vita, e cerchi di concentrarti sulle volte che ridevi a squarcia gola, ti sforzi di pensare a cosa ha reso il tuo animo felice.
Ti rendi improvvisamente conto che la felicità non è niente altro che frutto del nostro percepire. Siamo noi a decidere di essere felici, che sia essere di fronte alla persona che si ama, che sia essere di fronte a un piatto di spaghetti.
Non so quale sia il senso del cercare, del vagare, del sognare. So che in fondo a tutto questo c’è sempre una gran paura di vita sprecata, di tempo che scorre e che non riesci a fermare. Il panico è una bestia, più ti opponi più ti viene incontro, così ho imparato a non averne paura: quando sento che può tornare gli dico “vieni, entra pure, non disturbi assolutamente!”. A quel punto non entra, non ci trova soddisfazione!
Lo sentirai svegliarsi e infiammarti l’anima, per un istante, per quel solo istante che ti trascinerà nuovamente indietro, come una sorta di macchina del tempo. E’ li che tiri fuori, per l’ennesima volta, le tue scarpe da corsa migliori e cominci a galoppare. Durante la corsa affannata lasci una minuscola parte di te oppure butti le scarpe e rimani lì. Tu e il tuo dolore, da soli. Sono questo gli attacchi di panico ma poi capisci che era felicità che voleva manifestarsi!
Ci vuole costanza, determinazione e la consapevolezza che l’attacco di panico, per quanto subdolo, si presenta a te sempre con un messaggio in dono: ti apre gli occhi, ti mostra che non ci sono attimi che si ricordano ma presente che si vive.
Afferra il presente e restaci aggrappati sopra per tutto il futuro. In fondo, la sola cosa da accettare è che esiste un presente e un futuro, che devi ancora disegnare grazie alla consapevolezza del presente. Un futuro da scoprire.
L’attacco di panico ti dice che il tempo, sacro, è tempo per i tuoi occhi di scrutare l’orizzonte da un letto caldo; è il tempo per far filtrare anche un solo raggio di sole sotto l’epidermide del tuo corpo; è il tempo per scaldarti e restare lì, per ore, immobile, senza avere fretta. Ama il tempo di sognare bene, ama il tempo per provare a realizzarli i sogni. Ama il tempo per imparare almeno tre lingue diverse dalla tua, imparare altre culture, altri modi di vivere.
La chiave è non pensar mai che tutto quel dolore sia eterno, così, ti accorgerai che all’improvviso, quando passa e poi ci ripensi che era felicità! Quella vera, quella imperfetta, quella che la tua esistenza é un mistero perché non hai giocato tutte le carte del mazzo in quanto le stai ancora “sistemando”; nonostante ciò respiri la libertà e stringi a te le cose che più ami.
Quindi godi più forte che puoi, fatti ispirare da tutto ciò che ti circonda, ama, dimentica, lascia andare il passato, vivi solo il presente, vivi adesso e osserva la primavera appena iniziata, i primi giorni di sole che poi si porteranno dietro altre giornate acquose. Senti i profumi soavi, i primi venti tiepidi che ti sfiorano il volto e lo accarezzano. Il primo mare increspato.
All’improvviso ti troverai a camminare su una spiaggia piena di gente, come era la tua testa, piena di pensieri. Ti lascerai avvolgere da un uragano di benessere e ti sembrerà di poter mangiare la vita a morsi in un solo boccone. La vita è adesso. Gli attacchi di panico quando passano, ci ripensi e allora capisci… era consapevolezza che stava arrivando, era felicità della consapevolezza!
DALLA MIA PARTE, senza panico. Martina
Per una consulenza professionale sugli attacchi di panico Anastasia Pelliccia psicologa e psicoterapeuta.
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