Il viaggio di UAU Magazine come media partner nel Villaggio Fantozzi non termina con la fine del caleidoscopico evento che si è svolto il primo di ottobre a San Felice sul Panaro, quando più di duecento attori e figuranti hanno preso parte ad un vero e proprio “universo fantozziano”, con set fotografici e scenografie dislocati in più punti del paese. Un tributo di portata inaspettata a Paolo Villaggio ma soprattutto al suo più celebre personaggio, ossia, il ragionier Ugo Fantozzi. Roberto Gatti, regista dell’evento, si racconta e confessa
No non ci sarà un altro Villaggio Fantozzi!

Come biasimare Roberto Gatti: un intero paese mobilitato, collaborazioni a non finire per allestire e costruire le scenografie, fornire i costumi d’epoca, svuotare i solai a caccia di oggetti di scena… solo così si comprende una frase tanto cruda e sincera. Ma come è nata l’idea? Chi l’ha avuta? Quando sono iniziati i primi input per la sua realizzazione?

E’ così che inizia l’intervista a Roberto Gatti, con la narrazione della fase addirittura embrionale dell’evento “Questa storia ha inizio con la telefonata di Federico Mazzoli della Banca Popolare San Felice 1893. Viste le svariate edizioni organizzate per Magico e Sepulchrum a San Felice Sul Panaro e il docufilm sull’epopea dell’ex stabilimento Del Monte di San Felice, Noi che lavoravamo alla del Monte, di cui Firmament Pictures è stata la casa di produzione, mi propone una manifestazione“. Ma il personaggio questa volta è Paolo Villaggio, soprattutto Fantozzi! Questa richiesta mi ha lasciato all’inzio perplesso: sono abituato a fare manifestazioni con taglio surreale che hanno un contesto atipico, diverso, non avevo davvero idea di come poter realizzare una manifestazione del genere. Ho preso tempo e ho deciso di confrontarmi con il mio gruppo di lavoro: avevo bisogno di un grafico, di Roberto Gavioli per le, scenografie, avevo bisogno di persone per organizzare e capire.

Quindi lo step successivo era convincere Elisabetta Villaggio che il tutto non si sarebbe trasformato in una carnevalata. Abbiamo preso tempo per parlare di suo padre, del suo livello culturale, per un poco abbiamo lasciato da parte Fantozzi. A mano a mano che ho percepito le potenzialità che poteva avere questo evento siamo partiti, si che siamo partiti alla grande!

Chi è il Ragionier Fantozzi per Roberto Gatti?
Fantozzi prima della manifestazione per me era quel comico che si vede al cinema, divertente… magari nei primi due tre film. Confesso che non li ho visti tutti. Ammetto che fino ad oggi il Ragionier Fantozzi era per me “un’icona obsoleta”, ora si può dire che è parte della famiglia! D’altronde ho dovuto rivedere e rivedere i suoi film molte volte per creare le scenografie, le uscite, le musiche etc. I primi tre film me li son visti dieci, quindici volte. Il primo l’ho visto tutto, frame per frame, per evidenziare ogni oggetto. In ogni caso non ho realizzato l’evento per essere prettamente fedele al Fantozzi a cui siamo abituati: abbiamo creato i set storici dell’immaginario collettivo senza omettere i fondamentali (vedi Corazzata Potionkin oppure scena della Coppa Cobran) ma ho messo molto di me e della mia vision di fotografo surrealista; ho giocato rendendo complementare questo aspetto.

Ad esempio la scena del funerale. I personaggi vestiti di nero che escono dal fumo con gli ombrelli, che aprono gli ombrelli, sono molto miei! Essendo appassionato di Rodney Smith, Mario Lasalandra ho costruito il tutto utilizzando personaggi onirici, surreali.

Anche rispetto anche musiche che abbiamo sono musiche anche differenti; per togliere un po’ di quel fantozziano al 100%… che poteva anche stancare. No?



Tornando alla manifestazione in termini organizzativi e promozionali la riuscita è stata davvero superiore a quello che pensavamo. Fantozzi è un cult è un tassello dell’immaginario nazionalpopolare talmente celebre che ha generato qualcosa di inimmaginabile o forse di Fantozzi non se ne parlava da tanto tempo e noi abbiamo rispolverato un questo personaggio “dall’Aldilà”. Ciò che è curioso è che un paesino come San Felice, non Genova non Roma è diventato location ospitante di una manifestazione clamorosamente importante.
Infatti mi domandavo Roberto, cosa ha a che fare San Felice sul Panaro con Paolo Villaggio?
E’ questo il motivo per cui anche i giornali hanno dedicato così tanta attenzione a un paesino di 10.000 abitanti della provincia di Modena che dedica un enorme tributo a Paolo Villaggio e a Fantozzi! E’ una domanda che si fanno tutti, ce la stiamo facendo anche noi! Un’idea, di Federico Mazzoli, che poi è diventata ciò che è diventata.

L’idea Villaggio Fantozzi si può considerare di tipo assolutamente artistico, non c’è niente di commerciale, niente di imprenditoriale. Abbiamo voluto ricordare un grande personaggio e lo abbiamo fatto a modo nostro, a modo mio, diciamo.

Non volevo che i personaggi fossero dei cosplay, anche se alcuni sono arrivati e non erano previsti. I miei personaggi non dovevano avere vestiti da carnevale, l’abbigliamento doveva essere quello degli armadi armadi: vecchie giacche, vecchi cappotti, bombette, ombrelli.

L’ultima domanda la domanda UAU: dove e quando sarà replicato Villaggio Fantozzi?
Domanda molto facile a cui rispondere. Villaggio Fantozzi non sarà replicato. Questo perchè dopo 360 giorni di lavoro, tre ore di spettacolo, una giornata di spettacolo tutto è stato smontato e riposto. E’ nato e finito. E’ stato successo e quello che penso è che un po’ come i film di Fantozzi, se i primi sono andati bene, dopo tutto diventa sminuito.

Ho una persona da ringraziare su tutti senza nulla togliere al gruppo di lavoro: Roberto Gavioli, scenografo, insieme siamo riusciti proprio a realizzare quello che volevamo!