Mentre iniziano ad apparire i cartelloni dei primi festival e concerti estivi, il Viper Theatre di Firenze ha ancora una stagione invernale ricca di eventi da non sottovalutare. È il caso di Galeffi, in tour il prossimo Venerdì 13 Gennaio proprio al Viper di Firenze, in occasione del suo Belvedere Tour. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui prima della sua data fiorentina, ecco com’è andata:
Ciao Marco, qual è l’emozione di tornare sul palco con due album, Settebello e Belvedere, da raccontare, vivere e far sentire live al tuo pubblico?
G: Ciao! A Dicembre ci siamo già esibiti a Milano e Roma e sono state delle date fantastiche. Adesso ci fermeremo a Firenze per poi proseguire in tutta Italia.
Sono super contento di poter tornare a suonare. Considerando che il tour del primo album (Scudetto, ndr) terminò a Dicembre 2018, erano praticamente quattro anni che non salivo su un palco per esibirmi dal vivo.
Come hai vissuto questi anni di pausa “forzata”? Sarebbe stato più semplice, forse, se fosse stata desiderata o ricercata, no?
G: A livello psicologico la situazione stava diventando pesante. Per me ha significato non poter fare il mio lavoro completamente, al 100%: dopo aver scritto e registrato le canzoni in studio, se non ci sono i concerti… è diverso, è come se mancasse una parte. È come mangiare la pizza senza la crosta.
E a noi i cornicioni piacciono.
G: Sì, pensandoci bene… la musica senza i concerti non è bella abbastanza.
Io ricordo un tuo live di Settembre 2020, quando ancora la situazione pandemica non permetteva uno svolgimento vero e proprio degli eventi dal vivo, a Prato. In quell’occasione ci regalasti un inedito, che poi si è rivelato essere Leggermente – presente nel tuo ultimo album Belvedere.
G: Sì, erano i primissimi tempi dopo il lockdown. In quell’occasione non mi esibii con la band, ma sul palco ero accompagnato solo dal chitarrista, era una situazione un po’ diversa. Ricordo bene quel live a Prato, fu una bellissima serata.
Dunque se nel 2020 ci presentasti un inedito… potremmo aspettarci una sorpresa anche in questo tour?
G: No, mi dispiace! Ho tre dischi da suonare, non ho spazio per altri inediti al momento (ride, ndr).

Partiamo proprio da Leggermente per raccontare il tuo ultimo album, allora. Un singolo onirico, quasi mistico, che coniuga armonicamente leggerezza e concretezza. Questo sembra essere senza dubbio il leitmotiv di tutto il progetto, non è così? Da quale idea sei partito per poi dare alla luce Belvedere?
G: Belvedere nasce durante il periodo del Lockdown. Iniziai a scriverlo verso Maggio 2020, dopo aver pubblicato a inizio anno Settebello.
Leggermente fu proprio tra le prime canzoni che scrissi, subito dopo Dolce Vita – il primo testo di questo disco – e Asteroide.
Quando ho capito che la questione pandemica era complessa, l’idea di aspettare mesi e mesi prima di suonare Settebello non mi rendeva sereno. Ho così iniziato a scrivere subito un altro disco – Belvedere appunto – motivo per cui al concerto di Prato a cui fai riferimento tu suonai Leggermente. Il titolo, tra l’altro, allora era L’ultimo giro del mondo.
La voglia di nuova musica era così tanta che sembrava una cura quasi terapeutica?
G: Proprio così. È difficile per chi scrive non voler suonare dal vivo le proprie canzoni, soprattutto se sono le prime neo-nate di un album. Per me in particolare è complicato anche dover aspettare i tempi canonici prima di far uscire un singolo, in genere si parla di un anno. Anzi, nel caso di Leggermente avete atteso ben due anni. È chiaro però che, con l’immobilismo discografico dovuto al Covid, Belvedere non sarebbe potuto uscire prima.
Le canzoni contenute in questo album sono il frutto di un periodo particolarmente complesso per me, tra vicessitudini personali più o meno complicate. Per cercare di vedere il lato positivo della vita, mi sono concentrato su Belvedere.
La musica come linea argento intorno alle nuvole, come lato positivo, come Silver Lining. Nel tuo ultimo album questo aspetto emerge chiaramente anche dalle sonorità ricche di archi e fisarmoniche. La curiosità sull’arrangiamento della musica dal vivo è tanta, sarai accompagnato da una band?
G: Dietro il lavoro di un disco o di un tour e dietro qualsiasi scelta c’è un mondo di persone con cui mi confronto, mi relaziono, collaboro, litigo e condivido emozioni.
C’è tantissimo lavoro: non posso essere solo io, io e io. Dunque sì, sarò accompagnato dalla mia band. Per forza con la band. Anche io sono la band.
Quanto è importante per un artista essere accompagnato e circondato da altri musicisti durante la vita da tour, quella che ormai tutti conosciamo come la van life?
G: Dipende da artista a artista. Io personalmente sono fan delle furgonate, di quell’atmosfera da spogliatoio. Galeffi è il mio cognome, ma il fatto che sia un sostantivo plurale mi fa sorridere. C’è la mia faccia, è vero, ma poi io parlo sempre di noi, non mi sento mai solo.

E a proposito di plurali e di compagnia, non possiamo non citare le collaborazioni presenti nel disco, prime tra tutte quelle con Zibba e Leo Pari.
G: Zibba è un autore molto bravo, con cui collaboro spesso. La canzone Tua Sorella – scritta con lui e prodotta da Iacopo Sinigaglia – è rimasta incompleta e inedita per anni.
Quando abbiamo deciso la tracklist di Belvedere, abbiamo notato che nella maggior parte dei casi l’atmosfera era malinconica e nostalgica. Tua Sorella ci è servita anche un po’ per spezzare questa linea. Ci è sembrato il disco giusto per inserire una canzone incoerente, non nel senso di leggera e superficiale, ma divisiva nei toni.
Nell’album non ci siamo risparmiati in termini di poesia e di ricerca testuale-musicale. Volevamo quindi inserire un pezzo in cui fossi credibile e coerente con la mia natura, ma in cui non ero il canonico Galeffi pensieroso, esistenziale e romantico, ma il Galeffi birichino. Un altro lato del mio carattere, insomma.
Non ti chiedo una lista di buoni propositi per questo 2023, ma solo un augurio per un anno che è appena iniziato e che sono certa ti porterà grandi soddisfazioni. Qual è il tuo proposito principale?
Che tu non ti stia sbagliando! (ride, ndr) E che il tour prosegua bene. Il 2022 è finito bene e il nuovo anno sembra sorriderci, dunque anche solo se continuasse così io sarei più che contento.
I biglietti per la tappa fiorentina di Belvedere Tour di Galeffi sono disponibili su TicketOne a questo link 😉

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