Benvenuti al terzo appuntamento con Lorenzo Pierelli in esclusiva per noi, di nuovo per GeoLab, con una nuova intervista, questa volta a Marco Pietrogiacomi, responsabile dell’area formazione dirigenti rapporto con il territorio e progetti europei della Fidal, coordinatore e responsabile del progetto GEOLAB.
L’intervista di Lorenzo è inziata come di consueto cercando di capire il ruolo di Marco Pietrogiacomi, in particolare di, Fidal, Federazione Italiana di Atletica Leggera, all’interno del progetto GEOLAB.
Dice Marco Pietrogiacomi
“Tutto è nato tre anni fa in modo casuale: la Federazione non faceva progetti europei, dunque un po’ per scommessa grazie a miei amici e la loro azienda che faceva progetti nacque il progetto GeoLab!
Ci fu approvato come progetto a distanza perché era un progetto innovativo e da qui abbiamo iniziato a creare un gruppo di lavoro con con Rossella, con Chiara, Erika: un gruppo di lavoro stabile, non tutti i progetti europei che abbiamo presentati sono stati approvati. Geòpard invece fu approvato, e ha avuto anche un seguito, Geolab, che finirà quest’anno.
All’inizio eravamo tutti un po’ inesperti però alla fine, occupandoci del progetto stesso, attraverso il confronto tra di noi, trovando i partner europei, in Slovenia, Croazia, Bulgaria e Portogallo abbiamo fatto tutti insieme un’esperienza anche informativa e culturale come Federazione.”

Una delle domande che sorgono spontanee è quale sia il ruolo dei territori nel far crescere e maturare una corretta cultura del movimento. Ed è quello che Lorenzo ha chiesto a Marco.
“Mi occupo non solo dei progetti europei ma dei rapporti con il territorio e molte volte la Federazione viene vista come una cattedrale nel deserto. Dai comitati regionali, ne abbiamo ventuno, provengono la maggioranza degli stimoli; questi invece vengono visti un po’ distanti. Peccato che invece il territorio sia la parte fondamentale della Federazionele perché, è vero che poi “il palazzo a Roma”, come lo chiamo io, coordina e gestisce, però se non ci fossero i nostri comitati provinciali e regionali, noi non ci saremmo!

Ho fatto la scoperta di collaborare con i quattro paesi membri, che sono Slovenia, Croazia, Portogallo e Bulgaria. Attraverso questa esperienza abbiamo fatto scoperte curiose: sapevate che il Portogallo è un comune che paga i professori di educazione fisica per fare sport all’aperto? Per noi è una cosa che è un po’ futuristica? No? Ancora, stiamo combattendo la legge sportiva che purtroppo, passa dalla riforma dello sport, che andrà ad incidere sui costi delle società sportive e invece ripeto, nel vicino piccolo Portogallo, che è un paese piccolo questo avviene… e questo mi ha decisamente molto colpito e in modo positivo. Ribadisco che i territori sono importanti per le Federazioni per fare attività sportiva, e lo sono con la precisa mission di portare gli atleti alle olimpiadi e appunto favorire progetti europei come questo!
Quale pensi che possa essere il il ruolo dell’atletica nel favorire l’integrazione e le aggregazioni sociali?
Oggi l’atletica non è più vista con riferimento alla solo pista in se oppure alla gara, alla maratona o alla mezza maratona. Ormai molta gente va a correre la mattina presto nei parchi, sulla spiaggia o per strada come sana abtudine. Io mi sveglio la mattina presto per camminare, purtroppo non corro più perché ho problemi ai tendini: è bello vedere persone più grandi o più piccole a correre, è una soddisfazione lavorando nello sport! Eccola l’atletica!
Se diciamo che l’atletica è lo sport universale sembra che come federazione ci vantiamo ma che l’atletica è la Regina degli sport èsacrosanto, perché di ogni sport è la base. Inolte è veramente uno sport aggregante perché tutti quanti lo possono fare e in qualsiasi luogo: sotto casa, al Parco, in spiaggia e dai cinque ai novant’anni. In Federazione fino a due anni fa avevamo un signore di Ancona di 102 anni che correva. Adesso purtroppo è morto ma pensare che fino a 102 ha fatto le gare è impressionante!
Quindi con l’atletica si incide sull’aggregazione sia a livello di età sia poi appunto tramite i progetti che stiamo portando avanti, Geopard e GeoLab, contro la marginazione come un fulcro per varie realtà.
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