All’anagrafe è Alessandro Morini, nella musica è Boreale. Si racconta a UAU Music dai Mary in June a Boreale, da Tienila stretta questa felicità a 622, il suo primo EP d’esordio. “Senza mai perdere di vista le uniche cose che contano. La voglia di raccontare storie e di farlo attraverso la musica”.
Ciao Boreale, benvenuto su UAU Magazine! Ci racconti come hai iniziato la tua carriera da artista e chi sei oggi?
Ho iniziato con la band Mary in June, a cui devo tutto: è stata un’esperienza fantastica, abbiamo vissuto grandi soddisfazioni insieme, tra cui aver collaborato con Giorgio Canali ed essere saliti su grandi palchi italiani. È arrivato un punto però in cui ho iniziato a scrivere qualcosa di diverso. Nei Mary in June scrivevo per il gruppo, mentre nel mio progetto Boreale scrivo per me stesso con nuovi stimoli, in un nuovo percorso.
Un atto di coraggio, senza dubbio, quello di passare da una band a una carriera da artista solista. Tra pro e contro.
Sì, prima avevo una band dietro di supporto. Anche ora ho un Team di collaboratori con me, tra cui Marta Venturini e Luca D’Aversa, ma inizialmente è stata dura! Addirittura ci sono stati momenti in cui ho pensato di mollare.
Fortunatamente non è accaduto. Così il 14 gennaio è uscito il tuo EP d’esordio, 622. Come i giorni che hai aspettato per pubblicarlo, come hai vissuto questi due anni?
Dal mio primo singolo Maggio Novantasei all’uscita di 622 ho attraversato diverse fasi, compresi gli attimi di sconforto. Sono stati 622 giorni molto belli, in cui ho iniziato a collaborare con Marta Venturini, della quale mi è piaciuto subito l’approccio alla mia musica. Ero abituato alle bestemmie di Giorgio Canali (ride, ndr), con il quale comunque mi sono trovato benissimo con la band.

Tra i singoli dell’EP qual è quello a cui sei più legato?
Forse 13 tagli. Una canzone che ho ripreso e modificato nel corso di questi due anni, è la canzone a cui tengo di più.
Come nascono le tue canzoni? Quali sono, se ci sono, i momenti del classico “foglio bianco” e i momenti in cui invece sei più ispirato?
Non ho un metodo ben preciso, mi capita di scrivere pezzi e abbandonarli per un periodo, per poi riprenderli. Maremoto ad esempio è nata con la mia chitarra mentre ascoltavo Quant’è profondo il mare di Lucio Dalla. Certamente ci sono momenti in cui sono distante dalla musica, così come periodi in cui di getto emergono testi, musica… canzoni come Tienila stretta questa felicità.
Proprio Tienila stretta questa felicità è il singolo che maggiormente ha fatto conoscere Boreale al grande pubblico di ascoltatori: un successo incredibile che conta 1 milione di streams su Spotify e che può essere visto come il tuo punto di svolta.
Onestamente eravamo partiti senza nessuna aspettativa, abbiamo deciso di caricarla come singolo sulle piattaforme di Streaming e quando abbiamo iniziato a vedere quei numeri addirittura credevamo ci fosse un errore (ride, ndr). In realtà era tutto vero: credo che il motivo del successo sia stato la genuinità del pezzo. L’ho composta di getto, è uscita proprio dal mio cuore. Tra l’altro è stata la prima canzone positiva e felice che io abbia mai scritto, rispetto alle altre che sono più malinconiche.
Noi ascoltiamo Boreale. Ma Boreale cosa ascolta?
Sembrerà strano, ma ultimamente sto ascoltando poca musica. Sono legato al cantautorato del passato, in questo momento non c’è niente che mi attiri e mi interessi particolarmente. Spesso suono Nantes di Beirut e ascolto Antonello Venditti, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Ligabue… li sto ristudiando e li apprezzo sempre maggiormente.

A questo proposito, cosa pensi del panorama italiano attuale? C’è spazio per tutti gli artisti che oggi vogliono emergere?
In realtà a me sembra che ultimamente stiano uscendo troppi singoli, uno dopo l’altro, che l’ascoltatore non ha neanche il tempo di assimilarli e capirli. Purtroppo sono poche le canzoni che rimangono, anche se ci sono artisti che meritano.
Concludiamo con la nostra domanda UAU: un sogno nel cassetto, un’esperienza che prima o poi vorrai fare anche se al momento sembra
Un giorno mi piacerebbe davvero tanto andare a Sanremo, spero non sia impossibile.
Come sempre, #fingercrossed e Buona Musica Boreale!
A cura di Elena Barbati