UAU Music, la rubrica dedicata ai giovani artisti emergenti nel panorama musicale italiano, ospita Miglio. Cantautrice nata a Brescia e trasferitasi a Bologna, dove cresce umanamente e artisticamente.
Benvenuta Miglio! Come ha influito la città dei portici sulla tua crescita musicale?
Ciao! Bologna mi ha influenzato tantissimo. La frequento da quando ho 20 anni, è una città che amo e a cui sono legata. Nel pieno della mia formazione personale, artistica e musicale sono riuscita a fare molte esperienze, ho suonato in diverse occasioni che mi hanno davvero stimolato.
Il 6 novembre è uscito su tutte le piattaforme digitali il tuo ultimo singolo, Erasmusplus. Racconti di barriere fisiche ed emotive, di un amore vissuto a distanza, tra webcam e cabine telefoniche, con quel sano tocco vintage. Il manifesto di una generazione, di un periodo storico che tutti abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo.
Sì, ho scritto Erasmusplus a marzo, all’inizio del periodo di quarantena e sicuramente può essere visto come una fotografia di quel momento. La chiusura forzata può avermi influenzata, ma in realtà avrei potuto scriverla anche due anni fa: come hai detto tu, canto di distanze fisiche ed emotive, una situazione possibile in ogni momento della vita, ad esempio per due persone che si amano e che vivono una in Italia e una in Belgio. Erasmusplus non nasce da una mia esperienza diretta, ma da una storia vissuta da altri che mi ha toccato molto. Sono distanze digitali: la comunicazione virtuale in questi casi può unire o dividere, spesso però rende il proprio rapporto ancora più complicato.
Ci racconti del tuo background musicale e artistico?
Sono cresciuta ascoltando il grande cantautorato italiano grazie a mio padre, musicista. A 13 anni la prima canzone che ho suonato è stata Lugano Addio di Ivan Graziani, che allora i miei compagni delle medie non sapevano nemmeno chi fosse (ride, ndr). Mi ha sempre colpito la padronanza della parola di questi grandi musicisti. Ascoltavo anche i crooner italiani, da Nicola Arigliano a Fred Bongusto. Verso i 18 anni ho poi avvertito l’esigenza di qualcosa di più “crudo” e così ho scoperto l’underground con gli Afterhours, Massimo Volume, gli Offlaga Disco Pax, i CCCP – Fedeli alla Linea… un mondo che mi ha catturata.
Credi che questi ascolti abbiano influito sulla tua musica?
Inevitabilmente sono stata influenzata. Il punto di forza è trovare la giusta chiave di lettura per esprimersi, per rendere personale la musica che facciamo.
Immagina che UAU Magazine fosse per un attimo una piattaforma di streaming digitale: hai spazio solo per 3 brani nella tua playlist. Cosa scegli Miglio?
- Jeff Buckley – Grace
- Lucio Dalla – Come è profondo il mare
- Peppino Gagliardi – Settembre
E a proposito di playlist, la colonna sonora della serie Summertime (Netflix) è stata curata da Giorgio Poi. Ispirata a Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, è una serie che racconta un amore adolescenziale vissuto lungo la Riviera Romagnola. La tua Bagno Paradiso potrebbe inserirsi perfettamente tra le canzoni di Coma Cose, Frah Quintale, Franco 126 in quella playlist.
È stata una bella coincidenza, sì. Bagno Paradiso in realtà è nata prima di vedere la serie televisiva, ma poi guardandola mi sono resa conto che quel Bagno Paradiso esiste davvero ed è proprio lì che alla fine ho scelto di girare il video.
Come nasce Bagno Paradiso?
L’ho scritta in quarantena ad aprile, erano le prime giornate di sole e avevo voglia di vedere il mare. In quel periodo avevo anche riletto Pier Vittorio Tondelli, uno scrittore di cui amo le descrizioni dell’Emilia Romagna, soprattutto in Rimini e Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta.
UAU Music è una rubrica rivolta a giovani artisti emergenti. Quanto è difficile oggi farsi notare da una casa discografica e riuscire appunto ad emergere in un contesto ricco di colleghi e concorrenti?
La domanda che mi poni è molto ampia, non è semplice rispondere. Non mi sento di poterti fornire una risposta esatta, so solo che non è facile. Non solo emergere, quanto riuscire a rimanere in piedi, perchè appunto ci sono molte difficoltà e dinamiche più ampie. Sicuramente l’importante è seguire la propria musica e farlo con verità.
Ad ogni modo Matilde Dischi ha creduto nelle tue qualità e avete avviato il percorso insieme. Come sei riuscita a farti notare?
Ho incontrato Davide di Matilde Dischi un anno fa grazie alla mia Manager Giulia Perna. Gli ho inviato le mie canzoni, ci siamo incontrati a Milano e con Pianura Padana è iniziato tutto.
Spesso in cima alle classifiche vediamo cantanti uomini e i dati ci dicono che le artiste donne vendono infinitamente meno rispetto ai colleghi maschi. Perchè avviene questo secondo te?
È un dato assolutamente reale, tempo fa mi sono confrontata con colleghe e tutte siamo d’accordo su questo. Purtroppo anche questo è un discorso molto più ampio, riguarda la società, la nostra cultura: oggi sicuramente c’è molta più emancipazione, senza dubbio, ma guardando alla musica di trent’anni fa si parlava sempre della cantante, mai della cantautrice. Addirittura la domanda ricorrente era ma l’hai scritta davvero tutta tu? Per questo ti dico che è qualcosa di insito nella nostra cultura, che ha ancora qualche residuo di quella mentalità. Io prima che musicista sono una grande ascoltatrice e devo dire che oggi ci sono molte cantanti brave.
Miglio sei una grande ascoltatrice, quindi. Ti manca più fare i concerti oppure assistere sotto il palco di qualcun altro?
Entrambi. Mi manca molto esibirmi sul palco e poter andare ai concerti degli altri. Mi manca soprattutto poter regalare un biglietto. L’ultimo che ho avuto la fortuna di poter ascoltare dal vivo prima della chiusura è stato Vasco Brondi, qui a Bologna. Aspetto con ansia il ritorno in scena di Motta con il suo nuovo disco e spero di poterlo sentire dal vivo, lo stimo molto e ancora non l’ho mai visto.

Concludiamo con la domanda UAU: un sogno nel cassetto che vorresti realizzare prima o poi, anche se al momento sembra impossibile.
Mi auguro di realizzare un album bello, ma bello per me. Sarebbe un grandissimo risultato scrivere un disco che mi soddisfi completamente.
Grazie Miglio, buona musica!
A cura di Elena Barbati