Uau Talent

Paola Spencer: “La bellezza nell’aria”

paola spencer
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Scritto da Filippo Basetti

Paola Spencer intervistata da Filippo Basetti per la rubrica “Uau Talent

Ho conosciuto Paola Spencer, grazie a Sara (una delle nostre autrici).

Paola Spencer è una fotografa italiana che esplora l’animo femminile delle persone, del pianeta e delle cose. Artista poliedrica ha “scelto” (o questa ha scelto lei) la fotografia come mezzo per esprimersi. E’ stata per me una piacevole scoperta nella “rete”.

paola spencer

Chi è Paola Spencer?

Bella domanda!!! Paola Spencer è una donna creativa e solare, molto profonda, e sensibile. Nata per aiutare le persone, ma se mi arrabbio quando mi sento tradita o presa in giro, so essere molto dura!

Sono mamma di un bambino di 6 anni e moglie. Amo gli animali e la natura, specialmente il mare senza il quale non so vivere.

L’arte è la mia espressione più intima con la quale mi esprimo, anche per essere capita, da sempre in quanto artista.

Da quanto fai fotografia?

Avevo 12 anni quando mi sono fatta spiegare come si inquadrava una foto da mio padre. A 17 ho poi deciso, sentito che avrei potuto fare la fotografa in modo da unire tutte le mie passioni: la moda, l’arte e l’amore per le persone e la psicologia, i colori…

paola spencer

Cosa o chi ti ha spinto a fare fotografie?

Mio padre ci ha sempre scattato dei bei ritratti mettendoci in posa soprattutto d’estate e mia mamma amante dell’eleganza le incorniciava! La nonna materna, donna dal fascino particolare conserva tutt’ora gelosamente la sua bellezza di novantatreenne mettendo del rosso sulle labbra ogni giorno.

Ho assecondato il mio sentire e il mio amore per la bellezza e la fotografia poteva essere il mezzo pratico per creare, anche se ci ho messo 22 anni a realizzare le cose che faccio ora, e ho buttato via tanti rullini bruciati, sfocati etc. Ho lavorato 10 anni in analogico e poi sono passata al digitale.

 

paola spencer

A chi ti ispiri o quali sono i fotografi che ti piacciono in particolare modo?

La mia ispirazione è arrivata fin da adolescente dalle riviste di moda, ma ancora prima dalla pittura.

Ho dipinto un quadro di Monet all’età di 13 anni, niente male! L’arte classica, Canova, i pittori del 500 mi hanno formata come la vita stessa.

Ho visto davvero molte mostre, ricordo con piacere quella di Lartigue a Londra, di Robert Frank indimenticabile, Eugene Smith: così profondo. Salgado, Bresson. Da autodidatta ho formato la mia cultura fotografica, divorando libri e riviste. Newton, grandissimo, Roland Barth e Susanne Sontag hanno dato voce a quello che avevo dentro. Peter Lindbergh mi ha insegnato il rigore e la pulizia, e soprattutto la spontaneità nell’approccio con le modelle.

Poi ho conosciuto e con lui collaboro, Giovanni Gastel, un Signore ed un poeta. Le sue immagini sono delicate e perfette. Ma allo stesso tempo profonde e pittoriche soprattutto quelle più vecchie. Mi ha spronato a lavorare sodo, giorno e notte, a non pensare ai soldi, ma al progetto, alla propria visione personale… scavando dentro di se’, peraltro processo molto doloroso, per raggiungere il proprio stile unico.

paola spencer

Usi solo la fotografia per esprimerti?

No. Creo gioielli, copricapo, per i miei servizi fotografici; creo abiti drappeggiando stoffe sulle modelle fin da giovanissima; disegno gli abiti che poi faccio realizzare dalla sarta, dipingo, ballo, canto, amo creare attraverso performance di teatro danza.

Trucco, ed è come dipingere su una tela bianca. Realizzo quadri tridimensionali su legno o su bottiglie di vetro con vari materiali, applicandovi ciò che mi ispira, come piume, cristalli, orecchini. Scrivo, da sempre: il mio primo diario a 6 anni con i collage… lavoravo già con le immagini!!

Uso la macchina fotografica, al posto del pennello. Il mezzo che ho ritenuto più veloce per creare le mie opere d’arte.

Prediligi qualche tema o tecnica particolare?

Prediligi qualche tema o tecnica particolare?

Ho scelto di lavorare sul tema della donna. Un lavoro alla ricerca in primis di me stessa e per aiutare le altre donne. È un lavoro intenso che racchiude arte, psicologia, trucco, stilismo, e fotografia. Tendo a dare al mio lavoro un’aria pittorica e a sentire la mia fotografia a come scultorea.

Me ne accorgo mentre scatto: è come se volessi far uscire da un blocco di marmo le mie modelle, dandogli la forma e l’armonia migliore: per me e per loro.

Non uso il fotoritocco in post produzione, ma aggiusto semplicemente la luce.

Quali sono i progetti fotografici o le fotografie in cui più ti riconosci e perché?

“La bellezza nell’aria” è il mio progetto, tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti e ora libro fotografico, che vuole portare lo spettatore attivo di fronte all’immagine stereotipata della donna proposta dai media.

Da quindicenne non mi riconoscevo nell’immagine di donna proposta sulle riviste e studiando il backstage della comunicazione ho lavorato su di me e con donne comuni che incontro ancora per strada e che poi immortalo.

Il mio lavoro non si limita alla foto in sé, c’è una presa di coscienza del proprio corpo che parte dal trucco, dall’abito di scena che curo personalmente per ogni donna che vuole posare per me.

Il tutto condito dalla musica durante i miei workshop sulla femminilità, seminari di gruppo che tengo da 3 anni, che sono più sedute che normali servizi fotografici, in cui ognuna lascia un po’ di se’ nell’esperienza da modella che vive per un giorno.

Un lavoro intenso che non lascia indifferenti, nel bene e nel male, perché l’accettazione di sé non è mai facile, a qualsiasi età.

paola spencer

Hai progetti in corso o futuri di cui ci vuoi parlare?

Si, è pronto il mio libro in collaborazione con Giovanni Gastel, un binomio tra foto mie e poesie scritte da lui. È il seguito della nostra mostra “La bellezza nell’aria- suonata a 4 mani” curata da Denis Curti del 2017.

Ecco il libro che presenteremo con una diretta visto che il periodo non ci ha permesso una presentazione ufficiale. Un libro che dice tutto del mio percorso artistico.

Domanda UAU: Qual è il tuo film o serie preferita, il tuo piatto e il tuo colore preferito?

Nella “Leggenda del pianista sull’oceano”, ritrovo la mia fotografia. Che tutto sommato è un po’ antica, si rifà al passato, alle foto di nonna appunto, (ho realizzato 2 giorni fa la mia serie personale “Circo anni 20” con tanto di abiti charleston decontestualizzati in mare).

Non guardo molte serie TV, io no la TV guardo quasi per niente. Adoro Fellini, le sue visioni sono a tratti anche le mie. Il mio piatto preferito la pasta al pomodoro fresco con basilico. Adoro cucinare è un atto creativo e di amore verso il prossimo. Il mio Colore… potrei dire rosa e fucsia, ma anche il giallo, l’azzurro… adoro i colori. Puoi immaginarti quanto?

 

Per leggere le precedenti interviste di UAU TALENT

Intervista a Emilia Maria Chiara Petri: ritratto e anamorfosi

“Con la fotografia mantengo quel distacco che la mia timidezza mi impone” Intervista a Francesco Marraccini

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