Eleonora Mentechini, in arte Narnia ha fatto il suo primo debutto con il singolo Paranoie il primo di ottobre del 2021. Un’assaggio dell’EP “Narnia”, una raccolta di 5 brani dai tratti intimi, emozionali, sociali, focosi un concentrato di rabbia, amore, irriverenza e ingiustizia sociale che proviamo nel mondo intero. Una paura dinanzi a cui ci paralizziamo nell’incapacità di agire, di capire, di metterci nei panni degli altri, di poter avere un interesse vivo e reale nei confronti delle persone esterne al nostro limes familiare.
Narnia, sotto questo aspetto non ha peli sulla lingua e con un velo di ironia canta: “ma intanto alzati e fai colazione, saluta tutti con educazione, studia e fai attività fisica che quest’anno al mare fai la figa! Dopo cena, salutare, non vorrai mica ingrassare, dormi regolarmente otto ore, domani sveglia e finto buon umore. Se ti chiedono come stai rispondi “bene” che a nessuno importa delle tue cantilene, costudiscile in silenzio, tutte le tue paranoie”.
Narnia ci porta nella percezione, condivisa da tutti o quasi di un mondo egocentrico e narcisista, di ruoli superficiali che si limitano a confermare il proprio valore guardando solo ai successi, come immediati, ad assecondare i falsi bisogni tralasciando le sfumature che ci sono nelle parole non dette.
Ma che nemmeno interessano. Tutto il resto è noia. O meglio, paranoia, soli come lupi si rimarginano le ferite con buone dosi di osservazione e giudizio, alimentate ancor più dai canali social e diventa un circolo vizioso, “non c’è peggior condanna che del risveglio”.
Ma chi è Narnia?

“È la parte più vera e profonda di me, è quello che voglio essere, i momenti bui che ho avuto, quelli che avrò. Tutto nasce da una storia che ho con le mie amiche: da piccole eravamo legate alle Cronache di Narnia, giocavamo entrando nell’armadio e immaginavamo di valicare il confine delle ante di legno per trovarci catapultate in un mondo tutto nostro.
Per me la musica è un mondo idiliaco e utopico come la citta di Narnia, un mondo dove si può vivere tranquilli senza doversi nascondere da pericoli esterni. È una certezza come lo è stata per tutti gli abitanti, un posto da proteggere, in cui fare comunità, è la salvezza..
Ma allo stesso tempo ciò per cui mi giocherei tutto.”
Classe 1999, Narnia vuole che la sua musica sia un modo per emancipare sé stessa e gli altri, le sue sonorità sono molto vaste, per questo difficili da categorizzare.
Si definisce una cultrice delle parole e si ispira al mondo del cantautorato italiano e inglese che le ha fatto conoscere il padre.
E Infatti Narnia, dal suo mondo utopico cerca di portare una voce fuori dal coro, urla e grida a voce alta per “Allora NO”
Un pezzo dal fervore rivoluzionario, rivolto alle donne, stanche delle pesanti vesti che ci siamo portate dietro nel corso della storia, quindi un inno alla completa appropriazione di essere donna libera da ogni etichetta e ogni cosa. Oggi che siamo qui per combattere contro la violenza sulle donne, Narnia, è portavoce delle sue esperienze e come lei in tante e tanti ci vediamo nelle sue storie.
Allora con una forza corale che incombe “Io non ci sto”
“È un grido femminista che non è il contrario del maschilismo, non sono le donne che ce l’hanno con gli uomini ma vogliamo l’uguaglianza, il femminismo aspira alla rimozione delle differenze di genere.
Il mio interesse per il sociale è sempre esistito, trasmesso da mio padre e cresciuta in una famiglia con le idee proprie, una cosa che poi ho approfondito con i miei studi sulla psicologia fino ad arrivare ad un attivismo all’interno del movimento femminile, sebbene sono attiva su tutti i fronti, l’omofobia, la transfobia, il razzismo, ma sono principalmente femminista perché indosso questa maschera tutti i giorni e mi sento di poter dare un punto di vista soggettivo che vivo e ho vissuto.
È importante essere attivi e fare qualcosa tutti i giorni non soltanto il 25 novembre, e saper ponderare le parole perché non è un problema solo delle donne ma di tutte le persone e della società. “