Il Circo Zen è finalmente tornato: Appino, Ufo, Karim, Maestro Pellegrini e il Geometra Pagni hanno ri-portato il fuoco nella stanza, o meglio, nel teatro.

Ospitati dal Tuscany Hall, gli Zen Circus hanno concluso l’Ultimo Club Accogliente Tour proprio a Firenze, nella loro Toscana. Lo hanno fatto lasciando fuori dalla porta d’ingresso malumori, pensieri e rancori, portando sul palco una scaletta “fatta a ca**o”, come ammette Ufo.
“No, a caso, a caso. Intendiamo dire che abbiamo scelto i brani giocando con i dadi“, risponde Appino con la sua tipica vena ironica.
E in questa scaletta confusa, in cui si alternano canzoni da tipico pogo Zen a tracce melodiche e più riflessive, il pubblico si emoziona, si perde, salta, ride, lancia bicchieri e alza le mani al cielo.
Si passa dal degenero collettivo di Andate Tutti Affanculo agli accendini in aria di Appesi alla Luna, fino allo storico ed emozionante bis di conclusione con L’anima non conta e Viva.


Il Circo Zen riesce ad infiammare il Tuscany Hall: saltano, alzano le chitarre, si abbracciano, cantano, ma soprattutto… suonano. Suonano tanto.
E se partissimo dal presupposto che in un concerto la parte strumentale costituisce uno degli aspetti più delicati, in quanto rischia di distrarre il pubblico tradizionale – quello che vuole solo cantare e ballare – questo potrebbe comportare un -1 sul tabellone degli Zen.

Invece ascoltare il ritmo, le note e ogni strumento presente sul palco della band è un’esperienza sensoriale totalmente diversa dalle altre. Ti fa pensare: ma quanto è bella la musica dal vivo?
La magia più grande è stata proprio vivere lo spettacolo come fosse un rituale collettivo, un grande abbraccio, un’unione di intenti.

No, “non basta una città intera per sentirti meno sola”, ma un concerto degli Zen Circus è fortemente consigliato.